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Il saluto a De Rossi è una corsa d’amore

De Rossi

«Tutto quello che amo è qui, sarebbe così difficile per me se dovessi cambiare. Io vivo per questa società, lasciarla sarebbe un dramma». Il nastro della vita di Daniele De Rossi viene riavvolto di un bel po’, fino alla fine del 2012, quando rilasciò una lunga intervista al New York Times in cui si espresse così. Nel frattempo sono cambiate tante cose nella testa e nella vita del capitano della Roma. Ma, probabilmente, quel sentimento di paura è rimasto intatto. E De Rossi, forse, la inizierà a vivere davvero solo da oggi. Quando scenderà in campo sul prato di Trigoria per l’ultimo allenamento della sua vita giallorossa. O quando svuoterà l’armadietto che lo ha accompagnato per anni, anche se poi a Trigoria ci tornerà dopo le vacanze estive per prendersi un po’ tutto. Insomma, se il dramma probabilmente è stato metabolizzato da un po’, l’ansia quella non va via. Non può andare via. Per quello che vale come uomo e come giocatore. E per quello che vive lui sentendosi giallorosso. [..]  È anche per questo che domani Daniele giocherà con la sua fascia e non con quella della Lega, dopo le polemiche di inizio stagione. «Già, entrerà com quella e se ci sarà una multa da pagare la pagherò io. Daniele merita la standing ovation di tutto l’Olimpico». Standing ovation che ci sarà quando Ranieri lo richiamerà in panchina e al suo posto farà entrare Alessio Riccardi, il talento più fulgido del vivaio giallorosso. Quasi un passaggio di consegne ideale… Più o meno la stessa ovazione che gli hanno riservato anche i compagni giovedì sera, nella cena d’addio in un noto ristorante del centro di Roma, tutta a base di sushi e sashimi. Lì Daniele ha fatto un discorso, parlando sostanzialmente di cosa ha significato per lui essere il capitano della Roma. Il loro capitano, rivolto ai compagni di squadra. Sottolineando ancora una volta che avrebbe voluto continuare, gli sarebbe piaciuto esserlo ancora almeno per un anno. E che ha voglia ancora di provare l’ultima sfida, l’ultimo giro di rumba, magari dalle parti di Buenos Aires, dove lo aspettano il Boca Juniors e Nicolas Burdisso, un amico con cui De Rossi ha ancora legami molto profondi. [..]

Fonte: gazzetta dello sport

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