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GAZZETTA DELLO SPORT Con il baby d’oro la Roma incassa il doppio dei punti

Marquinhos

(C. Zucchelli) – Che ha soltanto diciannove anni, ancora da compiere, lo capisci dal fatto che sabato pomeriggio alle 15.38, mentre i suoi compagni erano sotto di due gol a Palermo, lui dal divano di casa twittava sette «faccine» arrabbiate. Con lo stile tipico degli adolescenti,lui che è nato quando Totti già giocava in serie A da un anno, raccontava non solo l’amarezza per la sua assenza, ma anche tutta la delusione per la prestazione della Roma. Al «Barbera» sarebbe servito come il pane al Marquinhos, il più giovane della disastrata difesa romanista, ragazzino soltanto sul web e sulla carta d’identità. Contro la Lazio ci sarà, smaltito il problema al flessore. «Sono felice per essere tornato al lavoro», ha detto ieri a fine allenamento.

Indispensabile In campo gioca e comanda come un veterano e i risultati gli danno ragione: nelle 18 gare con Marquinhos titolare, la Roma ha collezionato una media punti pari a 1.88 (11 vittorie, un pareggio e 6 sconfitte). La percentuale dei successi è del 61% e i gol concessi sono 28, ovvero 1.55 per match. La differenza è lampante se si analizzano i dati totalizzati con Marquinhos o subentrato o indisponibile. In tutto è successo 11 volte e la media punti della Roma crolla fino all‘1.08%. Due soltanto le vittorie, ovvero il 18% del totale. I numeri certificano quello che compagni di squadra e dirigenti dicono da mesi: Marquinhos per la Roma è indispensabile.

Nuovo contratto Lo è per la sua capacità di rincorrere l’avversario, lo è perché i compagni si fidano ad occhi chiusi e lo è perché dalla sua parte, cioè sulla destra, ultimamente agisce Lamela che ha bisogno di un difensore vero che gli copra le spalle. Piris ci prova a farlo ma ogni tanto va in bambola, Marquinhos no. Lui c’è sempre. E per questo la Roma è pronta a riconoscergli quanto di buono fatto vedere nel suo primo anno italiano: il contratto, di quattro anni, per i prossimi 12 mesi non verrà prolungato ma ci sarà un sostanzioso adeguamento economico. Adesso guadagna meno di 100mila euro all’anno, dalla prossima stagione l’ingaggio dovrebbe essere quattro o cinque volte tanto.

Tra Barcellona e City A Trigoria vogliono gratificarlo anche perché le sirene dei grandi club si fanno sentire ogni giorno di più. Soprattutto quelle spagnole sono pericolose: il Barcellona avrebbe (condizionale d’obbligo, alla Roma non sono arrivate offerte) individuato in lui l’erede di Pujol e quando i catalani chiamano è difficile, se non impossibile, dire di no. Altro club sulle tracce del brasiliano è il Manchester City e stavolta l’interesse degli inglesi è concreto. Gli attuali campioni d’Inghilterra, che hanno pagato Nastasic alla Fiorentina 16 milioni più Savic, vorrebbero blindare la difesa col serbo, 20 anni appena compiuti, e appunto Marquinhos. Ma la Roma ha la stessa idea: costruire su di lui la difesa del futuro.

Vita da atleta Marquinhos sarà, nelle intenzioni di Sabatini, il leader di un reparto che, Pescara a parte, con 51 gol subiti è il peggiore della serie A. A lui saranno affidate le chiavi della difesa. E lui è pronto a prendersi la responsabilità. A Roma vive con la famiglia, si dedica alle sorelle più piccole (spesso va anche a prenderle a scuola col padre dopo l’allenamento) e fa vita regolare da atleta. Mentre i suoi compagni tra Spagna (Osvaldo), Montecarlo (Castan) e terme (Totti) hanno lasciato Roma per Pasqua, il religiosissimo Marquinhos ha approfittato della pausa per godersi la capitale da turista. E dicono che sia rimasto incantato dal Colosseo visto dall’interno. La speranza, a Trigoria, è che anche questo serva a convincerlo a non lasciare Roma.

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