(A. GHIACCI) – Il primo passo indietro lo mosse proprio contro la Fiorentina, un girone fa. Al Franchi Daniele De Rossi, dopo l’espulsione di Juan, passò da mediano a difensore. Perché le caratteristiche per fare il centrale ce l’ha tutte: reattività, senso della posizione, capacità di leggere le situazioni di gioco e quindi anticiparle, forza nei contrasti, piede da centrocampista per impostare già dalla linea difensiva. Da allora altre tre prove di un cambio di posizione che in passato ha riguardato tanti altri grandi giocatori: da Sammer a Matthaeus, fino a Di Bartolomei, Di Biagio, Gullit e Mascherano. De Rossi ha giocato da difensore dal primo minuto con Juventus, Novara e Udinese, sempre all’Olimpico: 3 partite, due vittorie, un pareggio e 7 punti per la Roma. E’ quello il futuro del vicecapitano giallorosso?
Possibile. Forse di nuovo già domani sera con la Fiorentina, contro una squadra che per l’assenza di Amauri per squalifica, avrà solo Jovetic come vero terminale offensivo. E allora con Kjaer impegnato nei classici compiti di marcatura, De Rossi come contro l’Udinese avrebbe maggiori possibilità di dedicarsi alla dettatura dei tempi per tutta la Roma. La squadra giallorossa a quel punto, oltre alla solita rete di passaggi che di solito si sviluppa soprattutto in orizzontale, avrebbe la soluzione alternativa del lancio che scavalca il centrocampo: il lancio preciso di De Rossi.
Tutte dinamiche che Luis Enrique conosce bene e sta studiando da tempo: inutile dire che dalla scelta della posizione di De Rossi ne dipendono poi tante altre, sia per quanto riguarda gli interpreti che per gli sviluppi della partita. Due preoccupazioni per De Rossi e per chi deve gestirlo: le non perfette condizioni fisiche dovute ai continui impegni e all’impossibilità di trovare un po’ di riposo, e la diffida che lo mette a rischio per la prossima partita in casa della Juventus. (…)