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IL TEMPO «Un dramma». Ma Garcia per ora resta

gol Gomez
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(A. Austini) – No, non lo cacciano. Almeno per adesso. Il tribunale dei romanisti ha emesso la sentenza di condanna contro Garcia da tempo, la corte di Trigoria no. E lui? «Non mollo», ha ribadito dopo la sconfitta più pesante da digerire in questo avvio altalenante di stagione.

Insomma si va avanti con questo allenatore e il motivo, più o meno, è lo stesso che ha convinto i dirigenti a tenerlo la scorsa estate: tra i tecnici disponibili sul mercato e potenzialmente avvicinabili, non ce n’è uno che rappresenti una certezza di fare meglio rispetto a Rudi. Ancelotti non verrebbe e non è forse l’uomo giusto, Capello e Lippi appaiono ormai «datati», Mazzarri e Spalletti hanno un carattere troppo particolare, Klopp, Montella e Sarri non si possono più prendere.

È chiaro, però, che la fiducia nei confronti del francese si sia sgretolata nel tempo e abbia una scadenza sempre più vicina. Se la Roma dovesse sprofondare nelle prossime partite, allora la società si sentirà costretta a cambiare la guida tecnica essendo l’unica mossa in grado, da sola, di scuotere una squadra. Altrimenti se ne riparlerà a fine stagione, come preferirebbero fare tutti. Compreso Pallotta, in arrivo per la sfida in Champions col Bate Borisov, decisiva per gli ottavi, il bilancio e, forse, anche per il futuro della panchina giallorossa. Un esonero è il contrario di un progetto. E allora, con gli obiettivi ancora raggiungibili, tanto vale continuare a rinviare l’extrema ratio: a Trigoria si ragiona così.

Il diesse Sabatini è andato a parlare con la squadra nello spogliatoio dell’Olimpico dopo la partita. Ha chiesto una reazione ai giocatori: «Mettiamoci tutti a testuggine» ha urlato. E lo stesso ha ripetuto a Garcia, mentre lo abbracciava fuori dallo spogliatoio. Parole e gesti simbolici di chi prova a far gruppo nella difficoltà, unendosi contro il mondo esterno ormai inferocito. È toccato sempre al diesse presentarsi davanti alle telecamere e ribadire quanto aveva detto prima della gara più triste dell’anno: «Nessuno ha mai pensato di rimuovere l’allenatore e non lo faremo». Neppure la prestazione sconcertante con l’Atalanta ha aperto un varco nei pensieri di Sabatini: «Anche se a volte non sono d’accordo con lui, l’allenatore sta facendo bene il suo lavoro e non andrà da solo sul banco degli imputato: nessuno nella Roma può essere assolto, da me fino al tecnico. Ci confronteremo con Pallotta quando arriverà per la Champions, ma non viene qui per tagliare la testa di Garcia. È chiaro che proseguendo nella stagione faremo le considerazioni sul futuro di tutti. Non conosco rimedi taumaturgici, bisogna assumersi le responsabilità e impegnarci, capendo dove abbiamo sbagliato e rimediare subito. È un momento molto delicato, quasi drammatico. Ora – analizza – il dirigente – dobbiamo chiuderci come una testuggine e combattere. Non sarà facile uscire da questa situazione perché il nostro credito è crollato oggi. Dopo Barcellona qualcuno ci aveva assolto in qualche misura, questa volta non sarà possibile: abbiamo giocato la partita come se fossimo convalescenti. La squadra sa che da questi momenti se ne esce solo con la generosità reciproca, comportamenti corretti e impegno superiore al normale. Non ci saranno elementi di disturbo e nessuno scapperà dai problemi». Quanto al mercato, Sabatini conferma l’imminente partenza di Iturbe, «volevo salvargli la vita, troveremo una soluzione per lui», e ammette: «Fino a ieri dicevo che non saremmo intervenuti a gennaio ma oggi sto facendo altre valutazioni».

Parola all’imputato Garcia, che ha fissato a stamattina alle 11 la ripresa senza concedere il riposo previsto. «Siamo tutti delusi e arrabbiati, ora c’è da riflettere su cosa fare per andare avanti ma questo gruppo ha dimostrato che delle risposte le sa dare, come nel derby. Se recuperiamo gli infortunati saremo più forti, ma non è un alibi. Io non mollerò, sono combattivo. Non sarà una sconfitta ad abbattermi. Io come capro espiatorio? Sono le regole del gioco – replica Rudi – le conosco. Dobbiamo stare zitti e lavorare con umiltà, solo il campo può dare risposte». Sul cambio in porta: «Non c’è il numero 1 quest’anno. De Sanctis si stava allenando bene da tempo». Ma ieri neppure Neuer avrebbe salvato la Roma.

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