(C. Zucchelli) – «Il progetto dello stadio della Roma? Entro giovedì sarà in Comune». Nella sede di Parsitalia si respira fiducia e ci si mostra sicuri che questa sia la volta buona. In Campidoglio tutta questa certezza non c’è e, anzi, ci si limita a un laconico «aspettiamo». Sono passati due mesi (e un giorno) da quando James Pallotta, insieme al sindaco Marino, ha presentato il nuovo impianto della Roma, ma della documentazione definitiva, in Comune, non c’è ancora traccia.
Ritardi La aspettavano per metà aprile, poi per i primi di maggio, adesso si augurano che arrivi entro giugno, nonostante l’estate non sia proprio il periodo più efficiente della burocrazia e dovranno essere analizzate quasi 300 pagine di business plan: «Siamo in attesa — filtra dal Campidoglio — ma la cosa riguarda la Roma, da parte nostra non c’è fretta, anche perché noi siamo spettatori ». Almeno finché non arriverà la relazione: da quel momento scatteranno i 90 giorni in cui l’apposita commissione dovrà valutare il progetto. Ne faranno parte, oltre a un pool di esperti e tecnici, gli assessori all’urbanistica (Caudo), alla mobilità e ai trasporti (Improta), alle infrastrutture (Masini) e allo sport (Pancalli). A loro il compito di giudicare non tanto l’impianto progettato dall’architetto Meis quanto tutto quello che gli ruoterà intorno. «Lo stadio — ha detto un paio di settimane fa Caudo — dovrà servire alla città e gli elementi essenziali dovranno essere contemporanei alla fine dei lavori. Sono ottimista perché negli americani c’è molta professionalità e credo che sarà una delle opere più importanti della città».
Caccia al nome Ottimista sembra esserlo anche la Roma, che vorrebbe iniziare i lavori nei primi mesi del 2015 per poi inaugurare l’impianto (ancora senza nome, anche se i partner americani di Pallotta stanno contattando decine di multinazionali per la cessione del naming) nella stagione 20162017. Ad oggi però, considerando i ritardi nella presentazione del progetto, sembra davvero difficile che la squadra possa disputare soltanto altre due stagioni nel vecchio ma necessario Olimpico.