La Roma è seconda in classifica e quasi certamente tornerà in Champions League. Mercoledì mattina il presidente giallorosso presenterà il tanto discusso progetto per il nuovo stadio della Roma, che spera inaugurerà nel 2016.
Lo stadio sarà finanziato privatamente e avrà 52.500 posti e dovrebbe costare circa 300 milioni di dollari. Lo spirito di Pallotta è sorprendente: ha una ambizione globale. Barcellona e Manchester United stanno spingendo per una maggiore espansione in Asia, il Bayern Monaco in America, mentre la Roma, questa estate, sarà in tour negli Usa per il terzo anno consecutivo. La sfida di Pallotta è dura a causa della cultura del calcio in Italia, per non parlare della sua storia e della burocrazia.
Mentre i club tedeschi e americani hanno aggiornato i loro stadi, le infrastrutture in Italia sono inferiori. La Juventus è l’unico club in Serie A che possiede lo stadio di proprietà, la Roma per il momento condivide il proprio spazio con i rivali storici della Lazio allo stadio Olimpico: un edificio vecchio con una visuale ridotta a causa della pista d’atletica che lo circonda.
Sean Barror, direttore commerciale della Roma e collaboratore di lunga data di Pallotta, ha paragonato la situazione in Italia a quello che poteva succedere in Inghilterra negli anni ’90. Questa realtà ha permesso a Pallotta di acquistare il club a basso costo (circa 89 milioni di dollari per comprare due terzi del club nel 2011), ma ha sottolineato anche che è tanto il lavoro da fare.
Dal 2011 a oggi la Roma ha rinnovato il suo staff dirigenziale. DiBenedetto ha lasciato il posto a Pallotta, e le azioni commerciali sono state spinte dalla realizzazione del nuovo stadio e dalla partnership con Disney e Nike.
Naturalmente il piano è basato sulle vittorie in campo. I club del nord (Milan, Inter e Juventus) hanno vinto i campionati dal 2001 ma oggi con Rudi Garcia la Roma sembra aver trovato una sua continuità e competività.
De Rossi ha sempre detto di voler provare una esperienza negli Usa e finire li la carriera ma adesso è incuriosito e voglioso di giocare nel nuovo stadio.