(T.Carmellini) Sulla Roma calcistica non splende mai il sole. Nemmeno dopo aver vinto una partita nettamente, con un risultato eclatante, senza rischiare nulla. Sì, era il Palermo penultimo in classifica che non vince in trasferta da marzo, ma domenica all’Olimpico serviva un successo per spazzar via la crisi e presentarsi al derby con la mente sgombra. Invece, nonostante il successo, la Roma ha continuato a farsi del male da sola innescando, suo malgrado, una polemica sterile su uno dei suoi uomini leader (o presunti tali) che non fa bene a nessuno.[…]
Baldini non può non intuire che quelle parole, in questo momento storico della Roma e di De Rossi, potevano essere lette così. Discorso più o meno simile per Zeman che dopo le legnate della «settimana azzurra», sembrava volesse rincarare la dose su un giocatore che chiaramente non è al centro del suo progetto e considera al pari degli altri centrocampisti (valutazione legittima di un tecnico che si assume le sue responsabilità). Il problema non è tanto che Zeman non reputi De Rossi un «indispensabile», quanto il fatto che lui, come Baldini, non ha considerato (o lo ha fatto!?) che stava parlando di De Rossi: uomo già eletto dal popolo romanista erede di una bandiera intramontabile. Soluzione? Una sola: che De Rossi giochi un derby da De Rossi. Finalmente!