(M. Cecchini) – Sembrava l’inizio della favola perfetta. Daniele De Rossi, alla sua partita numero 101 in Nazionale, ritrovava la Palermo del suo esordio in azzurro per giunta santificato da gol e vittoria. Più o meno il sogno di ogni bambino innamorato del calcio. Invece due giorni fa la storia ha virato in un altro modo e così De Rossi, pur con l’Italia vittoriosa grazie a un suo gol, si è ritrovato sul banco degli imputati per la dodicesima espulsione della sua carriera.
PJANIC: OGGI ESAMI – Il paradosso è servito, visto che una volta era proprio la Nazionale la camera di decompressione del regista, che viveva il giallorosso con una emotività particolare. Stavolta invece è successo il contrario. Il «rosso» contro la Bulgaria è stato visto, magari non come quelli che hanno creato la sua «leggenda nera» (gomitate a McBride e Srna, manata a Mauri), ma in ogni caso fuori luogo, come lo stesso Conte alla fine ha fatto notare. Un peccato, perché dopo il gol in apertura Daniele sembrava all’inizio di una serata di gran feeling. Proprio quello che adesso ha ritrovato in giallorosso. Non è un mistero che – anche nella nuova posizione di difensore di una retroguardia a 4 che gli ha ritagliato coraggiosamente Garcia – De Rossi sia di nuovo al centro della nuova Roma. Ancor più probabilmente nelle prossime partite vista la tegola caduta su Miralem Pjanic. Il bosniaco, contro Andorra, ha accusato un problema al polpaccio destro. Gli esami li svolgerà soltanto oggi, ma a Trigoria sono abbastanza pessimisti. Se tutto andrà bene sarà diagnosticata una elongazione che gli farà saltare il match col Frosinone e forse anche il Barça. Se invece fosse una lesione, difficile ipotizzare uno stop inferiore ai venti giorni. E allora questo potrebbe convincere a riportare De Rossi in mediana, sopratutto se Rudiger e Castan cominceranno a dare garanzie di affidabilità.
LARGO A TOTTI – Non basta. L’infortunio di Pjanic riaprirebbe le porte anche a capitan Totti, a meno che l’allenatore francese non decida di puntare seriamente su Ucan, che è quello che ha caratteristiche non dissimili al bosniaco. Ma le voci di Trigoria spingono sull’acceleratore tottiano. Dopo due partite di fila out per scelta tecnica, possibile che la partita contro il Frosinone sia quella giusta per il rilancio, magari per un rodaggio in vista della sfida di mercoledì con il Barcellona.
FEBBRE FROSINONE – L’impressione, però, è che nessuno alla Roma sottovaluti l’impegno contro il Frosinone, ovvero il primo derby non amichevole giocato fra le due squadre. Il settore ospiti contiene duemila posti e sarà tutto esaurito, anche perché, come ha sottolineato Dzeko una settimana fa, se i giallorossi non vincessero la partita, avrebbero «reso inutile il successo contro la Juventus». Proprio per questo la formazione di Garcia ha bisogno delle sue certezze sopratutto dal punto di vista degli uomini simbolo, e De Rossi senz’altro lo è. A 32 anni, d’altronde, per lui c’è ancora tutto il tempo per specializzarsi nel ruolo di difensore dai piedi buoni che avvia la manovra, ripercorrendo la strada che fu di Beckenbauer, Matthaus, Sammer (tre Palloni d’Oro) e dello stesso Di Bartolomei. In difesa tra l’altro generalmente si corre meno e si è più lucidi. La cura migliore, forse, per l’eccesso di «rossi».