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GAZZETTA DELLO SPORT Con la strana coppia la Roma rimette le ali: “E ora restiamo secondi”

Doumbia De Rossi
Doumbia De Rossi

(A. Pugliese) – Uno vendeva fazzoletti ai semafori di Abidjan, l’altro è cresciuto con gli insegnamenti di nonna Aurora tra Acilia e Vitinia, periferia ovest di Roma. Ad accomunarli, per ora, ci sono i gol segnati al Sassuolo ed al Genoa in 4 giorni, oltre ad un’amicizia quasi sottile, che va oltre le difficoltà comunicative, la lingua, le differenti abitudini. E non è un caso che uno dei primi a difendere Seydou Doumbia dal fiume di critiche successive al (non) riscaldamento di San Siro sia stato proprio lui, Alessandro Florenzi. «E non potete capire che riscaldamento che ha fatto anche questa volta», ci scherza su il terzino destro. Di fatto, sono loro due ad aver rimesso le ali alla Roma di Garcia. Tanto da meritare i complimenti di capitan Totti: «Grande Doumbia, bel numero il suo. E grande pure Alessandro, ha fatto un gol da portento, poi da romano e romanista farlo all’Olimpico vale doppio!».

LA NUOVA VITA Già, anche perché ieri lo stadio a Florenzi ha dedicato un tributo assoluto:«Vogliamo undici Florenzi», un po’ come era successo a Garcia dopo la disfatta con la Fiorentina, in Europa League. Stavolta l’atmosfera era però diversa. Un po’ per la vittoria, un po’ per quella corsa senza fine, un coast to coast da 70 metri. «La corsa più importante è quella al secondo posto», ha scritto dopo su facebook Florenzi. Che prima, nella pancia dell’Olimpico, si era quasi emozionato: «I cori dei tifosi mi rendono orgogliosi, vogliamo ripagarli con il secondo posto. La corsa? Quando senti tutta la gente che ti incita, trovi forze insperate. E poi a Perin gliel’avevo promesso ad inizio gara, lui mi porta fortuna (il riferimento è al gol in rovesciata della scorsa stagione, ndr). È da Torino che abbiamo ripreso a giocare bene, Atalanta a parte. Ora non dobbiamo mollare». Anche perché l’orizzonte è pieno di cose belle per lui, che in settimana aveva donato la sua maglia a Chiara Insidioso (la ragazza romana e laziale in coma da più di un anno per i maltrattamenti subiti dall’ex ragazzo) e che a campionato finito sposerà la sua Ilenia. Un orizzonte, però, sempre più da terzino. «Mi piace giocare in questo ruolo, mi ci trovo sempre meglio. Forse mi manca ancora un po’ di esperienza in fase difensiva, posso far meglio in alcune situazioni. Mi aiutano ad imparare Balzaretti, Cole e Torosidis».

GIARDINIERE CHIC Doumbia, invece, non doveva imparare come far gol, ma solo dimostrare di non essersene dimenticato. E se la rete di Reggio Emilia al Sassuolo era sembrata quasi casuale, quella di ieri nasce da un movimento perfetto, da centravanti puro. Evidentemente rende il «mind body coaching», il programma personalizzato per il recupero fisico e mentale del giocatore tramite lavori di osteopatia ed un mental coach. «Adesso che sta bene fisicamente può dare il meglio di sé — dice alla fine Garcia — È arrivato con un problema, ora sta bene. E l’area di rigore è un po’ come il giardino di casa sua, per noi è importante avere in campo un elemento così, che ne conosce ogni centimetro. Il cambio? Giocando in contropiede, non avevamo più bisogno di un giocatore con il suo profilo». In realtà Seydou ha avuto un problema al flessore della coscia sinistra, oggi dovrebbe svolgere gli esami strumentali per capire di che natura. Dovesse fermarsi proprio ora, sarebbe il segno di un destino beffardo.

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