(D. Stoppini) «Sono sempre io, Di Francesco, quello che ha dato l’anima per la Roma, eh?». Eusebio ride, quasi chiede scusa da buon ex giallorosso per il pareggio imposto a una squadra che cercava l’avvicinamento alla Juventus.
Roma bloccata per il secondo anno consecutivo, Olimpico come un angolo di Paradiso: «E per come è andata sono due punti persi, più che uno guadagnato. Peccato per il pareggio, avevo fatto la bocca alla vittoria. Se solo fossimo un po’ più esperti, un po’ più maturi, qualche pallone nel finale l’avremmo gestito meglio». Ma in fondo un po’ di limiti sarà pure giusto trovarli nel Sassuolo, che chiude imbattuto l’ottava partita di fila in Serie A, periodo nel quale ha portato a casa solo un punto in meno della Roma di Garcia. «Peccato, anche perché il rigore su Gervinho non c’era a termini di regolamento e un dubbio ce l’ho anche sulla posizione di Florenzi, sulla seconda rete — ancora Di Francesco —. Ma non ho rimpianti, sono felice della prestazione e l’ho detto ai miei giocatori. Abbiamo fatto la partita che avevamo preparato: aggressione ai loro portatori di palla, attaccanti sempre alti come pure la linea difensiva e velocità nelle ripartenze, queste sono state le mosse decisive». E pure una costante voglia di giocare a calcio: «Tre attaccanti e un Missiroli straordinario da regista: questa è la prova che il Sassuolo ha un atteggiamento positivo. Mi piace la mentalità della squadra. Ma non chiedeteci più della salvezza, quello era e resta il nostro obiettivo».