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LA REPUBBLICA Retromarcia del Cesena, la colpa è di Borriello

Marco Borriello
Marco Borriello

(F.S.Intorcia / M.Pinci) – “Presidente, complimenti, ce l’abbiamo fatta”. Quando Carlo Tavecchio è entrato nella Sala degli Imperatori all’Hilton, dove ha riunito la Lega Dilettanti prima del voto, un gruppo di delegati regionali lo ha acclamato e costretto a frenare: “Calma, calma”. Nero, invece, l’umore dei calciatori, delusi ma non ancora rassegnati: «Potrebbe ancora esserci una sorpresa nell’urna. Noi siamo stati coerenti dal principio, non come tanti club importanti…».

Il Cesena, ad esempio: clamorosamente, si è sfilato dal fronte dei “no-Tav”. Il presidente Giorgio Lugaresi vi aveva aderito dopo una telefonata di Andrea Agnelli, convinto in un attimo mentre entrava allo stadio, complici i buoni rapporti e l’asse di mercato fra i due club. «O si ritirano i due candidati o scelgo secondo coscienza, e non potrei votare Tavecchio», diceva due giorni fa. Ieri ha cambiato idea: «A questo punto non voglio fare quello che non decide, perciò voto Tavecchio». Si sussurra che giusto due giorni fa avesse in mano l’accordo per prendere Borriello dalla Roma, leader dei club dissidenti, ma il giocatore ha rifiutato il trasferimento. Senza centravanti e senza aver ribaltato la maggioranza in Lega A, tanto vale per il Cesena far pace con il futuro re prima dell’incoronazione.

In fondo, un attaccante può girarglielo proprio la Lazio di Lotito (Pavoletti, prendendolo dal Sassuolo), primo grande elettore del ragioniere di Ponte Lambro. Anche il Verona di Maurizio Setti, fin qui trinceratosi nel “no comment”, ha ritenuto opportuno confermare, con nota ufficiale, che voterà Tavecchio: ma non aveva mai detto il contrario. Stessa premura dall’Atalanta: Percassi aveva solo chiesto un confronto prima del voto, ora ha annunciato la preferenza per il favorito. Meglio salire sul carro dei vincitori che restarne schiacciati, una guerra perduta non conviene a nessuno.

Proprio mentre Andrea Agnelli tornava in fretta da Sydney, per essere presente al voto. «Vedrete che non solo il Cesena sta con noi, c’è una delibera firmata da 18 club e vale quella», ricordava Claudio Lotito, mentre si aggirava, scottato in viso e con venti chili in meno, nella hall dell’Hilton: una mano al telefonino, l’altra perennemente sulla spalla di Carlo Tavecchio, come fosse il suo scudiero. «Andiamo via di qui, ci sono i giornalisti», gli ha suggerito al momento buono, portandolo in una sala riservata per un colloquio a quattr’occhi. Cagliari, Sampdoria, persino il Sassuolo di Squinzi potrebbero ripensarci nel segreto della cabina elettronica: l’ad degli emiliani Giovanni Carnevali ieri era a cena con Adriano Galliani ed Enrico Preziosi, arrivati nel pomeriggio da Forte dei Marmi ma alloggiati nell’altro Hilton, il Garden, tre chilometri più in là. Li ha raggiunti Lotito, che un attimo prima era a tavola con Tavecchio e Macalli, inseparabili, nella cena organizzata dalla Lnd nella Sala dei Consoli, altro nome fortemente evocativo. Nella notte della veglia, per evitare brutte sorprese, meglio restare tutti uniti, a tavola.

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