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CORRIERE DELLO SPORT Storie allo specchio, Reina-De Sanctis

De Sanctis

(F. Ufficiale/F. Mandarini) Chiamarlo ex è forse riduttivo, per lui e per il Napoli, ma anche per la Roma, società che in estate lo ha cercato, «lottando» per poterlo prendere. Morgan De Sanctis ha scritto le pagine più belle del Napoli 2.0. Quello che per due stagioni è riuscito a qualificarsi in Champions League, quello che proprio in Champions ha fatto tremare il Chelsea, che poi avrebbe vinto la coppa «dalle grandi orecchie». Un rapporto con i tifosi partenopei che è sempre stato improntato alla correttezza e al reciproco rispetto, tanto che il giorno dopo essere passato alla Roma (il 26 luglio) De Sanctis li ha voluti ringraziare pubblicamente, comprando una pagina sul «Corriere dello Sport-Stadio». Un messaggio di riconoscenza verso tutti coloro che lo hanno sostenuto durante le quattro stagioni in azzurro:  «Cuore, Onore, Sudore: ciò che mi avete chiesto vi ho dato… e con il vostro Amore mi avete ripagato…! Grazie a tutti e sempre Forza Napoli!. Morgan De Sanctis».

SINTONIA ROMANISTA – Contemporaneamente, però, De Sanctis si è subito calato nella realtà giallorossa, mettendosi agli ordini di Rudi Garcia, che lo aveva chiesto espressamente:  «Sono qui per lavorare e per fare una bellissima stagione» , sono state le sue prime parole da portiere della Roma. Contratto biennale, che lo accompagnerà fino ai 38 anni e quindi sino al termine della carriera – e al Napoli cinquecentomila euro. Un affare, alla luce soprattutto di quanto accaduto nelle prime sette giornate di questo campionato. Con la Roma prima a punteggio pieno, migliore attacco e migliore difesa con un solo gol incassato, quello di Biabiany a Parma, che rischia di diventare il protagonista di… un’impresa. Merito di chi? Indubbiamente della difesa, comandata a gran voce da Morgan – altro che il silente Stekelenburg – ma anche di un centrocampo e di un attacco che proteggono il reparto arretrato. Merito delle idee di gioco che Garcia ha saputo trasmettere al gruppo.  «La sorpresa più piacevole – De Sanctis non ha avuto difficoltà a riconoscere le doti del tecnico di Nemours –  è il nostro allenatore. Bravo e serio, attento ai particolari, consapevole di quanto sia importante la comunicazione in questo mestiere. Si è sforzato di imparare l’italiano in brevissimo tempo e questo lo ha aiutato». (…)
Postilla: Pepe Reina è il portiere del Napoli per colpa – si fa per dire – di Morgan De Sanctis. Letta, assimilata e archiviata per il secondo tempo della storia: il primo, la copertina e i titoli, sono tutti suoi. Dello spagnolo che assomiglia a Bruce Willis e del giocatore che, finora, è l’unico ad essere stato sempre schierato da Rafa dal primo minuto. Campionato o Champions che sia (stata). Una similitudine, con il suo predecessore, nel biennio 2010-2011 unico calciatore della Serie A sempre in campo (76 volte di fila). E poi? Differenze a go-go nel look e nel modo di essere portiere, ma anche la capacità comune di essere personaggi. Ognuno a proprio modo, però amati. Perché il San Paolo, il popolo azzurro, si affeziona ai trascinatori. Come fu Morgan, come lo è Pepe.
LA SFIDA – E allora, che spettacolo il porta a porta dell’Olimpico: la pelata di Reina contro il taglio alla moda di De Sanctis. Una sfida super che comincia al sole, dal ritiro della Spagna di Palma de Maiorca, Baleari:«Per ora le cose stanno andando bene, ma Serve tempo per crescere ancora» . Sei giorni appena, invece, separano gli azzurri dalla notte dell’Olimpico, dalla prima citazione-scudetto. E anche dal primo incontro-scontro tra due grandi portieri: «Sarà una partita importantissima, molto difficile: la Roma ha sempre vinto, gioca solo il campionato e ha incassato appena un gol» . A Parma. Stop. De Sanctis, scaramantico com’è, ne avrà le tasche piene di questa storia.

RECORD E RIGORI – Un altro tipo di storia, invece, è quella che l’ex portiere azzurro ha scritto con il record assoluto d’imbattibilità al San Paolo: 799 minuti e 7 partite di porta inviolata. Reina, dopo il graffio di Zaza con il Sassuolo e il 4-0 con il Livorno, è a quota 90: magari non è al corrente del dato, ma è ovvio che farà di tutto per battere il predecessore. Nel frattempo, ha cominciato con i rigori, specialità che li accomuna: a San Siro, Pepe ha preso la laurea con lode contro Balotelli, l’infallibile, e ha fatto capire di essere sul pezzo. (…)

STRANO DESTINO – Per il resto, lo spagnolo è un portiere decisamente diverso rispetto al collega, per caratteristiche fisiche – è l’atleta più esplosivo e potente della rosa azzurra – e anche tecniche. Il tratto comune? Due leader, in campo e nello spogliatoio: De Sanctis lo era con Mazzarri, suo allenatore-musa; Pepe lo è con Rafa, “il mio padre sportivo” . Similitudine. (…)

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