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LA REPUBBLICA Berlusconi: “Non può decidere Adriano”. Ora Galliani rischia, Barbara pronta a scalzarlo

Barbara Berlusconi

(C. Tito) – “Mi dispiace per Adriano, ma devo dare ragione a Barbara. Non può essere lui a scegliere chi allena il Milan”. I rapporti tra Silvio Berlusconi e Galliani, l’amministratore delegato del Milan, non hanno mai toccato una fase tanto negativa. Il loro sodalizio è noto. La sintonia calcistica anche. Ora però qualcosa sta cambiando. Si sa, il Cavaliere considera la squadra rossonera non solo un brand o una semplice passione sportiva, ma qualcosa di più. Un vero e proprio marchio da spendere anche in politica. Una sorta di vestito della popolarità e dell’immagine vincente da indossare quando serve. Per questo ha sempre considerato il Milan un “suo” strumento. E per questo, stavolta, l’ex premier non riesce proprio a digerire quella che definisce una “impuntatura di Adriano”. Ossia la conferma di Massimiliano Allegri.

Negli ultimi giorni infatti, Berlusconi ha fatto sapere – anche a parlamentari e ministri del Pdl – che non può accettare che “il mio Galliani decida opponendosi a me. Le sue ragioni sono immotivate. È tempo di cambiare”.A Milanello, insomma, lui vuole Clarence Seedorf. Eppure dietro il braccio di ferro su Allegri e il calciatore olandese c’è qualcosa di più. Non si tratta solo di scegliere chi dovrà guidare il team del Diavolo. Ma di stabilire un nuovo assetto dirigenziale nella società AC Milan. Perché lo scontro apparentemente “sportivo” nasconde una problema “familiare”. Ossia Barbara Berlusconi. La figlia del Cavaliere, membro del cda, vuole crescere in azienda. Sa che quando si definirà la causa di divorzio tra il padre e la madre Veronica Lario, i giochi anche nell’impero berlusconiano saranno sostanzialmente fatti. E lei ha chiesto di entrare a tutti gli effetti ai vertici del gruppo, con un incarico apicale. E reclama un segno di discontinuità anche al Milan. Sostanzialmente l’obiettivo è prendere il posto di Galliani come amministratore delegato. Sul nome di Allegri, dunque, si sta giocando una partita ben più alta: chi la vince, prende anche il controllo societario.

Basti pensare a quello che è accaduto circa tre settimane fa. In un incontro super riservato ad Arcore tra il Cavaliere e Gianni Letta – senza l’attuale Ad rossonero -, l’ex premier ha chiesto al suo plenipotenziario di intercedere con la Roma e soprattutto trasmettere un messaggio: “Potete trattare Allegri”. Letta, allora, – per evitare di esporsi in prima persona –ha chiamato il presidente del Coni, Gianni Malagò, pregandolo di fargli questa cortesia: “Puoi far sapere tu ai vertici dei giallorossi che il presidente è favorevole al trasferimento di Allegri nella Capitale?“. Detto, fatto. In un colloquio a Milano con James Pallotta, il presidente americano dei giallorossi, Malagò riferisce tutto. In realtà, i romanisti avevano avviato il negoziato con il tecnico livornese già da febbraio. E dopo il via libera di Berlusconi il rapporto si è intensificato.

Ma nessuno aveva fatto ancora i conti con Galliani. Il quale è consapevole del fatto che perdere il game sull’allenatore equivale a rinunciare al controllo del Milan. Anche perché nel disegno di Barbara, la struttura dirigenziale andrebbe rivoluzionata. Lei si occuperebbe della società dal punto di vista finanziario e del marketing (“su questo siamo indietrissimo – è la sua accusa – , abbiamo una gestione rivolta al passato”) e Paolo Maldini, lo storico terzino rossonero, avrebbe il compito di seguire la parte calcistica con la carica di vicepresidente. Galliani, quindi, perderebbe sia la poltrona di ad sia quella di vicepresidente vicario.

Lo scontro, però, è appena iniziato. E nessuno ancora sa come andrà a finire. Il Cavaliere è intenzionato ad accontentare la figlia. Ma preferirebbe una “successione soft”. Soprattutto non vuole rompere così con un “uno degli amici della vita”. “Però – è il refrain pronunciato in questi giorni anche davanti ad alcuni parlamentari del centrodestra – deve capire che non può contrapporsi a me. Io resto convinto che Allegri sia un incapace. Ci ha fatto perdere almeno uno scudetto. Ha liquidato Pirlo che poi ha fatto vincere alla Juve due scudetti, ha litigato con tutta la vecchia guardia. Con Inzaghi, con Gattuso. Io voglio cambiare e Clarence è l’ideale“. E quando il Cavaliere dice “ideale” non si riferisce solo alla dimensione sportiva. Seedorf può diventare una sorta di “Nuovo Marchio” del berlusconismo. Un modello rinnovato anche dal punto di vista “politico”: giovane, colto, poliglotta, simbolo del multiculturalismo e di un’Italia multirazziale. Anche per questo la Roma aspetta e spera. Pallotta e Baldini sanno che il loro principale alleato è Berlusconi. L’accordo con Allegri è ormai raggiunto. Va però siglata anche la tregua tra Barbara e Adriano. O consumata la battaglia finale.

 

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