(M. Cecchini) – Luci al neon, macchie di umidità sul soffitto, freddo che consuma i pensieri. Lo spogliatoio della Romulea — una gloriosa società romana di calcio giovanile — racconta il calcio dei comuni mortali.[…]
Ma secondo lei, perché un calciatore famoso dovrebbe restare simpatico agli italiani in piena crisi economica?
«Non lo so, lo ammetto — dice, mentre fuori l’evento organizzato dalla Nike trasforma il piccolo club in qualcosa di glamour —. Però sulle macchine sono tranquillo. Ho solo una Mercedes Classe A e i miei compagni mi dicono sempre che è un vecchio catorcio e dovrei cambiarla. Però è vero che noi abbiamo una immagine che non sempre corrisponde alla realtà».
Lei è del 1991: tra l’Oscar alla carriera a Sofia Loren, la fine dell’Urss e la morte di Freddie Mercury, quale evento di quell’anno la colpisce di più?
«La fine dell’Urss. A scuola ero un appassionato di storia: soprattutto mi piaceva la Rivoluzione Francese e la Seconda Guerra Mondiale. Peccato però che ho potuto diplomarmi solo in Ragioneria».
Invece della cattedra ha trovato le montagne russe del calcio: come si sta a passare da uomo mercato a presunto flop?
«Non è una cosa positiva, ma sono cose che fanno crescere. Tutto sommato sono sempre contento di essere stato così conteso da grandi club».
Agosto 2012. Italia-Inghilterra, lei migliore in campo: in quel momento si aspettava una stagione così?
«No, mi aspettavo di più, però è colpa mia. E tutto questo aiuta».
Dicono che lei con gli allenatori prima litiga e poi si innamora. Con Zeman sembra che non sia avvenuta né una cosa nell’altra.
«Ho il mio carattere e non ce la faccio a cambiarlo, ma quando mi scontro lo faccio con rispetto. Zeman ha i suoi metodi. Con lui c’è un normale rapporto tra giocatore e allenatore».
È un vantaggio avere un padre che è stato un calciatore professionista di buon livello?
«Certo. In tante situazioni è passato prima di me e quindi sa come consigliarmi».
Quale poster aveva in camera da bambino?
«Quello di Ronaldo, ma non mi chieda per chi tifavo, non glielo direi».
Imbarazzato per i pubblici complimenti di Berlusconi?
«Macché, li ho vissuti bene. Sono stato onorato, mi hanno fatto piacere».
Lei che è stato dell’Inter, andrebbe mai al Milan?
«Mai dire mai, ma il prossimo anno mi vedo nella Roma».[…]
Si vede più come un Ibra che gira il mondo o come Totti, che è una bandiera?
«Più come Francesco, che è uno dei calciatori più forti con cui ho mai giocato. Secondo me farà almeno ancora 2-3 anni ad alto livello. Magari potrei restare sempre a Roma. Nonostante le difficoltà, non mi sono pentito di essere venuto. L’esperienza è positiva, il gruppo è bellissimo e i tifosi mi stanno trattando bene».
Però l’annata non è brillante.
«Io credo che alla zona Champions possiamo ancora arrivare. Quantomeno dobbiamo avere la certezza di aver dato tutto, anche se non ce la facciamo. E poi possiamo arrivare in finale di Coppa Italia».
Preferirebbe una finale con la Juve o con la Lazio?
«Scelgo la Juve, ma la Lazio vorrei batterla nel derby».
Il 2013 in campionato è cominciato male. E lei ora ha anche la caviglia destra malconcia.
«Sì, un punto solo in tre partite è troppo poco. Dobbiamo migliorare. La caviglia invece mi dà fastidio da un po’, spero di farcela per il 1° febbraio col Cagliari».
Con tre gol in tre partite, le piace essere diventato l’uomo di Coppa Italia?
«Be’, è positivo, ma spero di fare anche qualche gol in campionato. In fondo spero di arrivare a giocare la Champions League il prima possibile».[…]
Quali l’hanno colpita fra i suoi compagni?
«Dico Florenzi e Pjanic. Miralem è straordinario fra qualche anno sarà tra i più forti centrocampisti del mondo»
E De Rossi?
«Non mi metta in difficoltà. Per me Daniele è fondamentale, però decide l’allenatore».[…]