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GAZZETTA DELLO SPORT De Rossi: è black out. Daniele a secco, finora non era mai successo

Daniele De Rossi

(A.Pugliese) A Roma, si sa, si vive sull’altalena. Un giorno sei in paradiso, quello dopo all’inferno. In mezzo, nel Purgatorio, difficile che ci si resti, se non per pochi eletti, quelli che con la città e la tifoseria hanno un rapporto speciale per mille motivi.

Daniele De Rossi, ovviamente, è uno di questi, Ma dopo la prova (molto bella) con il Milan è arrivata quella brutta (molto brutta) con il Napoli ed allora la centrifuga si è rimessa in moto e dal Paradiso ritrovato, Daniele è sceso di nuovo in Purgatorio. Per lui, però, l’Inferno difficilmente arriverà mai, ma considerando il suo valore e il suo simbolismo, già ritrovarlo nel mezzo della via fa un certo effetto.

Senza reti Il dato più evidente che emerge alla fine del girone d’andata è che Daniele (finora 12 presenza e 830 minuti giocati, 14° giallorosso per minutaggio totale) non è mai andato a segno. Non era mai successo da quando è diventato titolare della Roma, esattamente nove stagioni fa. L’ultima volta che Daniele arrivò al giro di boa senza neanche un gol fu infatti nel 2003-04, quando con Capello giocò in tutto 17 partite, alla sua prima vera stagione da grande.

Poi per otto campionati Daniele ha sempre segnato almeno un gol nell’andata, toccando il suo top nel 2009-10 (con la Roma che alla fine sfiorò lo scudetto) con ben 5 reti (nel 2007-08 e 2011-12 si era fermato a 3). È chiaro che giocando meno, Daniele ha avuto anche meno possibilità di andare a segno, ma quello «zero» tra i marcatori è anche indice di un momento complessivamente negativo.

Pallotta & Zeman La brutta prestazione di Napoli, però, ha riaperto il campo anche a nuovi scenari. Primo fra tutti, il fatto che Daniele non è così sicuro del posto per Catania, nonostante quel «se gioca così, difficilmente tornerà in panchina» di Zeman subito dopo il Milan. Appunto, a Napoli non ha giocato come contro i rossoneri e Zeman in settimana proverà sia lui, sia Tachtisidis in cabina di regia. È chiaro che De Rossi resta ancora favorito — anche se Bradley ieri su Espn ha chiosato: «Zeman non ama il possesso palla inutile» — ma la picchiata delle quotazioni del greco si è frenata ed allora è possibile immaginare un rientro.

Anche se, rivedere De Rossi in panchina vorrebbe dire davvero non permettergli di sbagliare. Un discorso in fondo che vale anche per Zeman, il quale ieri ha dovuto metabolizzare le frasi Pallotta a La Stampa: «La sua conferma dipende dai risultati». Dichiarazioni smentite però dalla società, anche se confermate dal giornalista. A mettere tutti d’accordo la frase stemperante del presidente; «Con i giovani bisogna avere pazienza».

Mercato La Roma, intanto, sta scandagliando il mercato per un esterno di difesa. Detto di Caceres (vedi prima), nel taccuino di Sabatini ci sono da tempo Jussandro (Bahia, classe 1992) e Bruno Peres (Santos, ma ad un passo dall’Internacional), quest’ultimo sponsorizzato da giorni da Zago, visto che il 70% del cartellino è dell’Audax San Paolo, squadra che l’ex difensore giallorosso ha allenato fino a 20 giorni fa.

Entrambi, però, sono extracomunitari, il che li blocca almeno fino a giugno, a differenza di Bressan (Juventude). Intanto, nell’operazione Marquinho potrebbe entrarci Fernando, 20 anni, un centrocampista centrale di qualità, combattente e costruttore di gioco, che la Roma avrebbe opzionato per 5 milioni. «Se è così, la Roma ha fatto un affarone», dice Stefano Paolini, consulente di mercato brasiliano. Se sarà vero, lo sapremo tra un po’.

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