Distacchiamoci per un momento dalle polemiche sulle esclusioni eccellenti di Roma-Atalanta; torniamo a parlare un po’ di campo. Terreno di gioco che, finalmente, per quel che riguarda questo inizio di stagione, ha visto una prestazione a buoni livelli di Erik “El Coco” Lamela. Forse le voci, non sappiamo quanto infondate, e l’odore di un’esclusione proprio per la sfida contro i lombardi, hanno fatto scattare nella testa del giovane argentino quell’orgoglio che permette di esprimere grinta e classe (che il numero 8 ha da vendere) finalizzata alla causa comune, quella giallorossa.
Il gol, un po’, anzi molto fortunoso arrivato al minuto n°30, è soprattutto merito di Francesco Totti, il Genio del Calcio in persona: tocco sotto morbidissimo a scavalcare la difesa bergamasca, taglio di Lamela che, di stinco, quasi caracollando a terra, supera Consigli. Marcatura che riaccende la Roma, reduce da 29 minuti di follia, e soprattutto il talento di Erik Lamela.
Se non fosse stato per la rete, probabilmente, staremmo qui a parlare di un’altra prova timorosa e melliflua del calciatore argentino che, invece, dopo il gol si trasforma: rincorre gli avversari (partendo a testa bassa, quasi a dire “un ultimo sforzo e ce la posso fare”, ricordando un po’ il primo Lamela giallorosso, affamato e grintoso), li lascia sul posto con accelerazioni e cambi di passo eccezionali (Cigarini ancora lo sta cercando), non contravviene agli ordini tattici di Zeman (non allargandosi troppo), sfornando anche un bellissimo assist di testa in profondità per Destro che l’ascolano però vanifica cogliendo una clamorosa traversa. L’unica nota dolente è forse legata ad un eccessivo egoismo, come quando a tutti i costi cerca l’azione solitaria incaponendosi e concludendo fuori misura senza servire i compagni liberi.
Sabatini in estate a proposito di Lamela si sbilanciò parecchio, legando il suo futuro nel management giallorosso all’affermazione del talento argentino. Se il numero 8 interpretasse soltanto la metà delle partite come ha fatto contro l’Atalanta, migliorando magari un po’ dal punto di vista della concretezza e dell’altruismo, la Roma potrebbe trovare in lui un calciatore da 10 punti in più a stagione (e dal valore di 12 milioni + commissioni…), ed il buon Walter avrebbe “salva” la sua permanenza in giallorosso. Oltre l’impegno che va sempre messo, non bisogna esagerare tuttavia con le pretese a livello tattico, visto che giocatori del 1992 di quello spessore e di quella qualità titolari in grandi squadre ce ne sono pochi ed in mano al boemo Lamela potrebbe, se seguirà alla lettera i suoi consigli, consacrarsi e diventare un grande giocatore di calcio.
Giovanni Parisi