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IL MIGLIORE & IL PEGGIORE Totti oltre le pagelle. La preziosità di Florenzi e le difficoltà di Piris

Lavagna

Torna la rubrica di GazzettaGialloRossa.itIL MIGLIORE E IL PEGGIORE“. Come nella passata stagione offriremo un’analisi delle prestazioni del calciatore che ha maggiormente brillato e di quello che, invece, ha convinto meno nelle gare della As Roma. Vince e convince la nuova Roma targata Zdenek Zeman alla “Scala del Calcio” nella prima trasferta stagionale. Contro un Inter sottotono e ancora in cerca della giusta quadratura del cerchio, Totti e compagni infliggono un sonoro 1-3 che ridimensiona di molto le ambizioni dei neroazzurri in questo inizio di campionato. Sublime la prova del numero dieci romanista che in novanta minuti regala giocate d’alta scuola, assist e personalità da vendere e da far appendere ai più giovani (vedi Lamela e Piris): sono suoi i due suggerimenti per il colpo di testa di Florenzi del vantaggio giallorosso e per il bel gol in pallonetto di Osvaldo, giocate che permettono alla Roma di mettere la freccia e superare la banda Stramaccioni.

IL MIGLIORE:

Detto di Totti e della sua infinita classe cristallina, non si può non elogiare la prova del giovane Alessandro Florenzi, autore oltre che del gol, di una partita ad alto ritmo in lungo e largo per il rettangolo verde del San Siro. L’ex centrocampista del Crotone dimostra grande carisma nel suo esordio dal primo minuto nella massima serie: il gioco del tecnico boemo esalta le sue qualità e il suo grande dinamismo, caratteriste fondamentali di chi va a ricoprire il ruolo d’intermedio nella cintura di centrocampo del 4-3-3 zemaniano. Veloce, sfrontato e soprattutto voglioso di fare e mettersi in mostra, Florenzi può rappresentare un tassello in più nello scacchiere tattico giallorosso. L’abbraccio con Totti, bello e spontaneo, segna la linea di continuità tra passato, presente e futuro della squadra romanista. 

IL PEGGIORE:

C’è molto da rivedere del pacchetto difensivo della Roma. Contro un’ Inter spaesata e priva d’idee, Burdisso e Castan, coadiuvati da Piris e Balzaretti (sostituito poi da Taddei) non convincono in pieno e sbagliano molti movimenti fondamentali che, però, l’apatico attacco nerazzurro non riesce a sfruttare. Negativa soprattutto la prestazione di Ivan Piris: oltre al nome dal film horror, il giovane paraguaiano sbaglia tutto o quasi e mette più volte in difficoltà l’altissima retroguardia di mister Zeman. Piris devo ancora capire il calcio italiano, deve ancora apprendere i meccanismi che Sdengo vuole dai suoi laterali, ma su tutto deve rendersi conto che le grandi occasioni arrivano una sola volta nella vita e che fallire nella capitale non sarebbe un trampolino di lancio per la sua novella carriera. Attento a non fare la fine di Josè Angel…

Nicolo’ Ballarin

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