(Corriere dello Sport) Lo stipendio più pesante, tra quelli che gli americani hanno depennato dal monte ingaggi, è l’unico che forse avrebbero continuato a pagare volentieri: prima che mettessero le mani sulla Roma, Philippe Mexesera già un giocatore del Milan. (…) Non si riferiva al francese, Thomas DiBenedetto, quando ripeteva che «siamo in tempi di fair play finanziario». Fatto sta, la nuova proprietà si è messa subito in movimento per rivedere il totale degli stipendi da staccare a fine mese: l’estate scorsa fecero i bagagli Budisso jr, Castellini, Loria, Doni, Riise, Vucinic e Menez. Un pacchetto da 16,75 milioni lordi all’anno.
TAGLI BIS– Il lavoro è proseguito con il prestito di Brighi (prima all’Atalanta, ora al Torino) e quello di Borriello e Pizarro nella sessione invernale. I due ora lavorano ancora a Trigoria, forti di un contratto da 5,4 milioni, il centravanti, e da 3,2, il cileno. Sempre di cifre lorde si parla. L’opera di sfoltimento non è terminata, prima che la Roma di Zeman iniziasse a carburare, hanno salutato altri undici giocatori: una squadra, dove manca il portiere, ma non i protagonisti della vecchia guardia, come Cassetti e Juan. La società (a fronte di una buonuscita) è arrivata ad una risoluzione consensuale con il brasiliano, che nella Capitale guadagnava circa 2,8 milioni netti. Stessa sorte di Fabio Simplicio, il centrocampista arrivato con il pacco Adriano: ora è in Giappone, dopo aver rotto il contratto da circa 1 milione netto a stagione. Il 30 giugno l’amministratore delegato Claudio Fenucci ha registrato anche l’addio di Gago e Kjaer, qualche giorno dopo è stata la volta di Borini: volti nuovi, sì, ma che non rientravano nei piani di Zeman. Dolorosossima è stata invece la rinuncia a Cicinho: contratto da 3,8 milioni lordi a stagione. A Trigoria si stanno strappando i capelli.