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IL TEMPO. Il cuore nuovo della Roma

Erik Lamela

 (A.Austini) – Dal «principale colpevole della retrocessione del River», passando per «un giocatore strapagato» fino al «nuovo Cristiano Ronaldo» il percorso è stato molto breve.

Una volta arrivate a Roma, tutte le strade si accorciano: Lamela l’ha appena scoperto. Se prima i più lo scrutavano con diffidenza, adesso siamo al problema opposto. Da ieri nel microcosmo giallorosso si parla solo e fin troppo del talento argentino: il suo tocco magico con la suola (una giocata trasportata dal calcio a 5, prima passione sportiva del giovanissimo Erik), la capacità di mettere il pallone dove vuole con entrambi i piedi, le gambe potenti a dispetto di un fisico esile, i capelli con la cresta che presto dovrà diventare la specialità dei parrucchieri romani. Lamela è il nuovo chiodo fisso, un giocatore che fa sognareun futuro straordinario e scomoda paragoni al momento improponibili. Non solo calcistici: «Il secondo gol di martedì è un Caravaggio» si commentava ieri ai piani alti di Trigoria[…]

La doppietta alla Fiorentina è stata la rampa di lancio definitiva. Troppo bello ed esaltante vederlo all’opera mercoledì sera, in un duello a distanza con l’altro numero 8 della partita, quel Jovetic che ha fatto impazzire la Roma per mezzora. Alla fine ha dovuto inchinarsi anche lui. «Lamela è davvero bravo – riconosce il montenegrino della Fiorentina – ha grande classe, mi è piaciuto fin dalla prima gara in cui l’ho visto giocare». Dal vivo fa tutto un altro effetto, come la sua carta d’identità: a marzo compirà 20 anni. Eppure è già insostituibile, decisivo, nonostante qualche comprensibile pausa all’interno delle partite. Dalla gara con la Juve in poi sono cambiate essenzialmente tre cose nella Roma: è tornato Totti, la difesa si è data una bella sistemata e Lamela ha iniziato a incidere con continuità dopo la presentazione da fenomeno all’esordio con il Palermo. Nelle ultime cinque partite si è procurato il rigore contro i bianconeri, ha propiziato il vantaggio a Napoli, fornito l’assist a Osvaldo per il raddoppio a Bologna, conquistato l’altro penalty spacca-partita con il Chievo e infine segnato la doppietta in coppa Italia. Tanta roba. «Ma io penso solo a fare il mio meglio» ripete il giovane Erik, per adesso impermeabile al clima di esaltazione che si è creato attorno a lui.

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