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Totti 2.0: «Inizia un’altra vita»

(E.Menghi) – «Piacere Francesco, AS Roma». La sostanza non cambia, è una storia senza fine in cui il protagonista cresce e veste nuovi panni. La seconda vita di Totti che comincia con una camicia azzurra addosso nella prima intervista al canale ufficialedopo l’addio al calcio. Ha chiacchierato con Monchi e poi con Pallotta, adesso parla lui: «È finita la mia prima parte di vita, quella da calciatore, e ora ne inizia una più importante da dirigente, con la speranza di fare quello che ho fatto sul campo. Sono due cose ben differenti, la prima era il mio lavoro principale, la seconda una cosa diversa che affronto con la stessa testa, lo stesso spirito, o forse di più, perché con tanta esperienza calcistica posso dare una grande mano. Ho sempre fatto sul serio».

Ed è per questo motivo che nel rompere gli indugi sceglie comunque di non sbilanciarsi, perché non sa ancora che indirizzo dare alla sua prossima esperienza in giallorosso: «Si riparte dall’inizio. Si inizia una nuova fase, una nuova avventura, ho preso tempo per riflettere e me ne servirà altro per capire veramente come entrare passo dopo passo in questa società e vedere il ruolo che mi si addice più di tutti. Mi metterò a disposizione a 360 gradi, dal settore giovanile fino al presidente. Mi ci vorranno sei mesi, un anno o magari due, non so quanto ci vorrà per consacrarmi nel lavoro che preferisco veramente».

La fortuna dell’ex capitano romanista è di cominciare da capo restando a «casa» sua: «Ho la possibilità di lavorare con la Roma, con Monchi, Pallotta, Baldissoni e Di Francesco. Posso conoscerli, chi più e chi meno, abbastanza bene e questo tempo mi porterà a farlo ancora meglio. Quando cambi tipo di lavoro entri sempre in punta di piedi per conoscere l’ambiente con cui ti confronti, ma io ho dalla mia parte il fatto di conoscere già questa città. I dubbi sono su quello che voglio fare da grande: voglio essere tutto e niente, sicuramente un personaggio importante per la Roma».

Lo era e lo sarà sempre. A partire da agosto (a meno che non decida di fare un blitz a fine luglio negli States) si muoverà tra i vari uffici di Trigoria e imparerà a fare il dirigente, stando vicino al diesse e all’allenatore, senza dimenticare di passare per i campi dove si allenano i più piccoli, per cui vuole essere esempio e insegnante. Questo lo sa già fare, da padre, e con una scuola calcio ben avviata. Il resto verrà da sé. Vedrà sul «campo» il percorso migliore da intraprendere, perché non è riuscito a decidersi nel periodo di riflessione trascorso in riva al mare con la famiglia: «Il mio futuro lo immagino roseo, non è facile pensarci adesso per me. Il calcio è tutto, è la mia passione. Ci sono ex calciatori che mentre giocano già si proiettano al dopo, io fino al 28 maggio ho pensato solo al calcio. Ora cambio pagina e registro, penserò a questo nuovo lavoro che mi entusiasma e porterà tante cose nuove. Ho avuto una bellissima chiacchierata con Monchi e con Pallottaho chiarito dei piccoli passaggi su quello che era successo anni fa. Siamo contenti del nostro incontro e cercheremo di portare più in alto possibile questa squadra. Con Eusebio ho un gran rapporto, lo vedevo anche quando non era l’allenatore della Roma, è una grande persona, sarà un valore aggiunto».

I vecchi attriti con il presidente sono alle spalle, la stretta di mano e i sorrisi mostrati nell’ultimo viaggio romano di Jim hanno segnato una linea netta con il passato. Nella memoria di Totti resta nitida l’immagine del 28 maggio 2017: «Un giorno storico, che terrò sempre con me. Non avrei terminato mai quella partita, quella giornata racchiudeva più di 25 anni di storia con la Roma. Il rettangolo di gioco mi ha dato tanto e io ho cercato di dare tanto per questa gente che giorno dopo giorno mi ha donato amore». Per loro e per tutti resterà «Francesco, come sempre».

fonte: Il Tempo

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