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As Roma, cronaca di una morte annunciata: le scelte di Pinto la condanna di Mourinho

(A. Papi) – Come scriveva Gabriel García Márquez in relazione all’assassinio di Santiago Nasar, Cronaca di una morte annunciata è il titolo perfetto anche per l’attuale Roma. La sconfitta di ieri contro lo Slavia Praga apre un fronte di crisi a cui non si puó voltare le spalle. Erano a disposizione due risultati e mezzo su tre (anche la sconfitta di misura) e invece si è riusciti nell’impresa di perdere il primo posto nel girone.

Mourinho ha tuonato contro tutti, parlando di mancanza di professionalità in toto (tranne Bove). Il tecnico portoghese avrebbe voluto gestire le forze in vista del derby ma non poteva immaginare un atteggiamento di questo tipo. Al di là delle scelte tecnico tattiche torna di attualità il mercato fatto in estate da Tiago Pinto e la costruzione di una rosa senza capo né coda.

Le scelte del General Manager portoghese sono sbagliate di concetto, che è la cosa più grave. Al di là di aver sbagliato nomi e profili, si sono completamente perse di vista le skills di cui c’era bisogno. Le partenze di Ibanez, Wijnaldum, Matic, Camara, Tahirovic, Volpato, Missori e Solbakken sono state rimpiazzate dagli arrivi di Ndicka, Aouar, Kristensen, Azmoun, Renato Sanches, Lukaku e Paredes.

Ora al netto di un’analisi superficiale e ammissibile solo da non professionisti del settore, i nomi portati a Trigoria non sono stati consoni a quanto richiesto dall’allenatore.

Nel 3/5/2 voluto da Mourinho servivano esterni di gamba e tecnica, in grado di superare l’uomo e creare la superiorità numerica. In questo senso sia Celik che Kristensen non rientrano in questi parametri, al di là del giudizio di merito sul loro rendimento. Passando alla mediana l’unica vera mancanza lampante era la velocità. La squadra soffre terribilmente i cambi di passo degli avversari e non può alzare i ritmi nel pressing e nel ribaltamento del fronte per “poca gamba”. In quest’ottica prendere Paredes (picchi di velocità inferiori a Matic) e Aouar, non ha senso. Discorso diverso ma ancor più grave per Renato Sanches, capace si di regalare esplosività ma a discapito di una salute precaria. L’8 titolare della rosa è un big solo sulla carta che purtroppo deve e dovrà fare i conti con l’Infermeria vita natural durante.

Se a questo aggiungiamo che i centrali difensivi hanno gli stessi problemi (vedi la differenza di cavalli tra Ibanez e Ndicka) siamo al paradosso. Quasi tutti i difensori a disposizione dello Special One sono in difficoltà da “braccetti” e pagano dazio in velocità, nelle rincorse lunghe. Tutto questo porta a difficoltà oggettive nel poter tenere la squadra corta e aggressiva.

In questo quadro molto complicato si possono inserire anche le responsabilità di Mourinho, sicuramente presenti, ma subordinate a un mercato ancora una volta SBAGLIATO.

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