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Conferenza stampa, Spalletti: “Periodo di fuoco? Dobbiamo pensare partita per partita. Lo stadio è fondamentale per la città. Manolas? E’ a disposizione” (VIDEO)

Alla vigilia della trasferta a San Siro contro l’Inter, il tecnico giallorosso Luciano Spalletti ha incontrato i giornalisti nella consueta conferenza stampa pre-match. Queste le sue dichiarazioni:

Lei ha detto spesso di preparare la partita senza fare calcoli. Questo che si apre è un periodo di fuoco. Cambia qualcosa nella sua testa?

“Ne giochiamo una per volta e di volta in volta guardiamo la partita che viene. Acceleratore a tavoletta, ma su una partita per volta. Finita una si guarda a quella successiva. Non si cadrà nel tranello in cui una è più difficile e una più facile: son tutte partite di primissimo livello”.

 

Nelle ultime 10 partite l’Inter ne ha vinte 9. Quanto c’è di Pioli nella crescite dell’Inter?

“Non lo so, ora hanno trovato equilibri ma era già una squadra forte. Pioli sa parlare di tattica ed è convincente con i suoi giocatori, ora gioca con questi 2 trequartisti e una prima punta. In difesa gli mancherà Miranda ma ha soluzioni interne, fantasia e qualità. E’ tanto che vincono, per cui siamo pronti ad affrontare una squadra vincente”.

Il concetto di turnover nel calcio è un concetto pericoloso per quanto visto col Villarreal. Ci saranno 9 intoccabili in questi impegni ravvicinati?

“Secondo me no, è quasi impossibile. Per quanto riguarda il Villarreal hai fatto un’analisi corretta, per quanto riguarda da dove arriviamo no, è stata spesso cambiata la nostra formazione ideale. Io non ho messo questi calciatori qui nelle migliori condizioni per esprimersi, a qualcuno mancava un po’ di partita. La differenza l’ha fatta la mia scelta nel primo tempo, infatti nel secondo tempo è stata un’altra partita. Quei calciatori si faranno trovare pronti”.

Manolas?

“E’ a posto, è disponibile e gioca”.

La bella notizia sullo stadio può avvicinare lei e i giocatori col futuro un po’ incerto alla Roma?

“Si vuole un po’ cambiare il significato di quello che io sto dicendo. L’ho detto più di una volta, senza contraddizioni, mi sono dedicato a farvi capire bene e scegliere il vero dal falso. Ma vedo confusione quando vengono riportate. Sono importanti i giocatori, tutti tengono alla nostra società e alla squadra. Se non si fanno i risultati cambia tutta la prospettiva. Voi dite sempre che bisogna vincere e io dico che è corretto. Contano i giocatori, i giocatori forti, che hanno un valore affettivo, vanno tenuti, come quelli che sanno giocare bene a calcio. Da qui in avanti ne parlerò con la società, non ho altro da dire. Lo stadio è una cosa importante, qui penso che sia una cosa straordinaria il risultato raggiunto, fondamentale per la città, quando una personalità come il Sindaco Virginia Raggi viene messa in un confronto che è anche difficile trovare la soluzione, e lei attraverso il dialogo riesce a trovare tutela e soddisfazione per tutti ha raggiunto il massimo, ha fatto con grandissima competenza il suo lavoro. E’ un risultato che dà forza alla città, è una questione di valore e di crescita della città, è una soluzione corretta. Sapevo che la questione era in buone mani, Baldissoni lo conosco bene, mi aspettavo la disponibilità del Sindaco, riuscire a trovare la soluzione corretta per tutti è il massimo del risultato. Bravi a tutti”.

Ma non c’è una correlazione?

“Lo Stadio si fa in 3-4 anni, aiutami tu, io non so se sarò morto o no. Per la società è un traguardo importante, è il traguardo a cui ambiscono tutte le società, è il motivo per cui il calcio inglese e tedesco hanno più potenzialità del calcio italiano. Gli stadi danno introiti, bellezza e avvicinano ancora più persone a questo movimento. Ci ruotano troppe cose intorno. Noi abbiamo sempre più responsabilità, si va a collegare un pochettino tutto. La Roma sarà una squadra ancora più ambita nel futuro”.

Chiederà qualcosa di particolare ad Emerson e Bruno Peres?

“Davanti ci saranno Candreva e Perisic… Sono due giocatori forti, ma l’Inter ha una rosa forte. Secondo me incontrano anche D’Ambrosio sulla fascia dalla parte di Peres, sarà quasi un duello uomo contro uomo a tutto campo, le squadre sono a specchio se loro continueranno a giocare così. Questi sono due duelli fondamentali e importanti, ma ce ne sono molti altri. Loro hanno squadra di grandi nomi, personalità e qualità”.

Lei sa quanti rigori hanno tirato Inter e Napoli in campionato?

“No, io ho letto qualcosa, è stato fatto un lavoro certosino per aiutare la classe arbitrale nelle cose in cui non sono contenti. Non ho capito bene a cosa si riferiscono, vedremo in futuro. Nelle 19 partite dello scorso anno la Roma ha avuto un rigore, nessuno ha chiesto niente o ha fatto abbinamenti con le altre squadre. Ci è stato dato un rigore al terzo episodio clamoroso, un rigore in 19 partite. Se loro vogliono chiedere qualcosa e vogliono usare noi, visto che sono bravi e devono prendersi un handicap, noi un po’ più deboli non sappiamo come fare”.

Cosa si aspetta dalla società per trovare una stabilità a livello europeo? Accetterebbe mai uno scambio Dzeko-Icardi?

“Io non sono nelle condizioni nell’andare a dire alla società quello che devono fare. Ci sono direttori forti e veri. Basta vedere il risultato raggiunto, scusami ma qui sorvolo, mi fido del lavoro dei professionisti. Noi siamo dentro, eccoci, siamo noi quelli di cui hai parlato, siamo dentro all’Europa, siamo dentro alle competizioni italiane, ho sempre detto che c’è una rosa forte, hanno fatto degli acquisti importanti, abbiamo dei calciatori che sanno giocare a calcio e lavorano in maniera corretta. La società ha lavorato bene sotto le scelte degli uomini, sanno le responsabilità che devono portare avanti. Se ci fosse una partenza mi aspetto che venga sostituito, Dzeko, Nainggolan o chi va via. Ci vogliono giocatori forti per le competizioni forti, noi li abbiamo, sanno come fare, bisogna dare seguito a quanto già fatto. Sono preparati per l’immediato futuro, i tifosi della Roma possono stare tranquilli, un’attenzione alla continuità la danno alle scelte fatte sullo stadio, su Trigoria, sul Tre Fontane, sul settore giovanile. Il modo di lavorare è corretto, c’è competenza e passione. I giornalisti fanno tutti il tifo per uno o per un altro. Quelli che dicono non lo so sono più per quelli che per questi”.

Scambio Dzeko-Icardi?

“Io tengo i miei di calciatori, non sono discorsi che si fanno. Edin, per numero di gol segnati e azioni nel nostro gioco, è il giocatore più importante. Me lo tengo stretto. Tengo Dzeko”.

Gerson e Gabigol hanno difficoltà ad emergere. Questo significa che il calcio italiano è il più difficile a livello tattico?

“Dipende sempre dallo spessore del calciatore, uno può avere bisogno di entrare nel meccanismo del calcio dell’altra nazione, quando sono così giovani non tutti riescono a percepire le cose fondamentali e riescono ad esibire le proprie qualità. Gli va dato tempo. Nel caso di Gerson c’è Nainggolan che gioca lì, c’è Salah, a volte c’è El Shaarawy. Dipende anche chi c’è davanti, sono presi per farli crescere piano piano, c’è una maturazione da fare, non c’è nulla di strano”.

Dzeko ed Emerson le sue più grandi soddisfazioni?

“Per me le soddisfazioni sono se la Roma fa punti e basta. Io non ce l’ho con nessuno, non devo dare niente a nessuno, devo badare alla tutela della crescita della squadra e della Roma, fo tutto soltanto per dare forza a quelli che sono i risultati della Roma. A me interessano i risultati della Roma, questi mi stanno a cuore”.

Redazione GazzettaGialloRossa.it

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