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Fazio: “A Siviglia ho vinto molto, ma la Roma è la squadra più importante della mia carriera”

Intervista sul sito ufficiale AsRoma.com al difensore argentino Federico Fazio, 29enne leader difensivo giallorosso, che ha ripercorso le tappe della sua carriera:

Gli esordi con il Ferro Carril Oeste

“Tutto iniziò nel settore giovanile del Ferro Carril Oeste: avevo dieci anni e alla fine non ho cambiato mai squadra, prima del mio passaggio al Siviglia. Da bambino ero già il più alto di tutti i miei coetanei, ma arrivare a giocare con i più grandi fu un’esperienza incredibile. Assieme a sei compagni di squadra passai dalla Primavera alla prima squadra. Giocavamo nella Serie B argentina e al primo campionato disputato siamo arrivati al quinto posto. Il giocatore più grande di noi aveva 23 anni, eravamo una squadra giovane. Affrontavamo tanti giocatori di esperienza, che picchiavano molto in campo, ma anche io non ero da meno e mi facevo rispettare”.

L’approdo in Europa: il Siviglia

 “A dicembre 2006 arrivò la prima chiamata del Siviglia. Dopo un mese, appena finito il campionato Sudamericano, salutai tutti e mi trasferii Spagna. Lasciare casa dispiace sempre, ma in fin dei conti fu più pesante per mia madre e per i miei familiari: ero giovane, l’Europa è distante dal Sudamerica e vivere a migliaia di chilometri di distanza costituisce un cambio importante. Al Siviglia mi allenavo con la prima squadra e giocavo con la primavera. Dopo due mesi arrivò il debutto in prima squadra. La differenza tra calcio spagnolo e argentino era tanta: dalla Serie B argentina alla Liga è un altro calcio, ci vollero sei mesi per abituarmi a quei ritmi. Giocavo con una squadra importante, prima nel ranking europeo, nel pieno degli anni d’oro del Club”.

La Roma

“La scorsa estate è arrivata la chiamata della Roma e in due settimane abbiamo chiuso la firma del contratto. Non ho avuto bisogno di pensarci: per me si trattava di una grande opportunità. Ho giocato e vinto con il Siviglia per tanti anni, nel momento migliore della società, ma firmare per la Roma significava approdare nella squadra più importante della mia carriera. Il calcio italiano mi è sempre piaciuto, ho sempre avuto un buon legame con l’Italia, forse per le origini di mio nonno. Ai Mondiali se non vinceva l’Argentina tifavo sempre per gli Azzurri”.

Fonte: Asroma.com

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