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IL MESSAGGERO “Vedremo ancora sorprese”

Spalletti
Spalletti

(S. Carina) – Il sorriso è forzato. Spalletti ci prova a far finta di nulla ma stavolta non gli riesce. Dopo il pareggio con il Bologna, il secondo posto del Napoli rimane lontano sei punti. Forse troppi a sei giornate dalla fine, nonostante lo scontro diretto del 25 aprile all’Olimpico. Mastica amaro Lucio e non potrebbe essere altrimenti. Tre pali, un gol annullato di El Shaarawy (giustamente), almeno 2-3 parate decisive di Mirante, qualche mischia dove è mancato «il piedino giusto per colpire». Poteva/doveva finire in modo diverso. L’analisi post-gara è lucida ma malinconica. Quasi fatalista: «Sono cose che nel calcio ci possono stare, è un risultato che si accetta e si va avanti. Dopo il pareggio abbiamo fatto il possibile per metterla dentro, ma non abbiamo trovato il guizzo giusto. Abbiamo tirato 15 volte in porta e tenuto la palla per 70 minuti. Doveva andare così. Io ai ragazzi comunque dico bravi». Non sono parole di circostanza. In effetti la Roma ci ha provato in tutti i modi. È stata probabilmente meno chirurgica rispetto al passato ma sulla mole di gioco profusa, difficile muovere appunti. Ora la squadra si trova in un limbo: -6 dal Napoli (secondo), +6 dall’Inter (quarta) che sabato si affrontano. Dove e chi guardare? «Si possono guardare tutte e due, ci date questa possibilità? – replica ironico – Ok, allora guardiamo tutte e due. C’è spazio ancora per qualche sorpresa. Ci alleniamo nella maniera giusta, non ho visto avvisaglie di un calo di attenzione. Cosa che non c’è stata, la squadra ha fatto tutto quello che doveva. L’unica cosa su cui abbiamo peccato sono le decisioni all’interno dell’area piccola. Poi il particolare ha fatto la differenza».

EDIN A MEZZO SERVIZIO – Spiega il mancato impiego dall’inizio di Dzeko: «Aveva male ad una gamba, altrimenti avrebbe giocato dal primo minuto. Ripeto, non stava bene, ci ha fatto un favore a giocare. Non si è allenato ieri, ma voleva esserci. Ha fatto anche una risonanza magnetica che ha detto che se giocava un tempo si poteva far male». Condizione che è diventata una sliding-door per Totti, bravo a sfruttare l’occasione: «Francesco mi ha dato quello che chiedevo e anche qualcosa di più, con contrasti e giocate sporche. Gioca di prima e invece di restituire palla dà seguito come sul gol di Salah». L’ingresso del capitano ha inevitabilmente spostato Perotti sulla fascia, dov’è risultato meno efficace rispetto al primo tempo. Sentendo però parlare Spalletti, sembra quasi che sia stato l’argentino a decidere di allargarsi: «Diego deve giocare più centrale perché è bravo a far sfilare la palla e te lo ritrovi a puntare la linea difensiva. Ha fatto anche più gol in quella situazione. Il ricordo di quella posizione, a volte lo porta ogni tanto a giocare un po’ largo». Per qualche osservatore, ripresa meno convincente del primo tempo: «A me sono piaciuti entrambi. Nel far girare palla dovevamo essere più precisi nella imbucate. In quello potevamo fare meglio. Con Dzeko potevamo fare qualche cross in più, ma un paio li abbiamo fatti male, anche Totti alcuni non li ha fatti benissimo. E poi, quando sbagli, subentra incertezza».

SZCZESNY DA RIVEDERE – Gli chiedono del gol subito e se Szczesny ha delle responsabilità. Lucio si irrigidisce: «Se pecca di qualcosa è di troppa sicurezza. Non si intimorisce, ma proprio per questo a volte la valuta troppo facile per le qualità che ha e a volte può fare di più, come questa sera sul gol. Comunque sono dell’idea che ora si fanno i complimenti agli avversari. Poi ne riparleremo nel nostro terzo tempo in settimana per vedere gli eventuali errori». Poi la domanda inevitabile sul mercato: «Manolas resta?Ho una fantasia di mercato io… (ride). Si sono fatti tanti nomi in settimana, ne posso fare altri. Se Manolas non viene in allenamento, ha problemi a giocare la prossima partita. Se si allena come ha fatto oggi va bene».

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