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IL TEMPO Dzeko segna e spegne le critiche

Dzeko
Dzeko

(A. Serafini) I numeri non sono tutto e spesso non riescono a spiegare fino in fondo il momento che si sta attraversando. C’è tanto altro intorno al settimo sigillo in campionato (il quarto nelle ultime cinque gare) di Edin Dzeko, il capro espiatorio della serata europa di Madrid che Luciano Spalletti non era riuscito proprio ad accettare. Una settimana di strategie e lavoro psicologico sono infatti risultate decisive per entrambi, uniti nel dimostrare che ognuno può ancora essere determinante per l’altro. Spalletti con la fiducia di concedergli senza battere ciglio un’altra maglia da titolare, Dzeko con la voglia e la grinta di chi non ha ancora alzato la bandiera bianca.

D’altronde la rete del bosniaco è stata probabilmente soltanto una parte del segnale che il tecnico si aspettava di ricevere. Il resto è arrivato dall’atteggiamento generale del numero 9, dettato da una concentrazione diversa e da una voglia ritrovata di sentirsi una parte fondamentale di questa Roma.

Le critiche ricevute in settimana lo avevano infastidito al punto di affrontare la questione direttamente a Trigoria con Spalletti, il primo a cui concedere un pensiero nel post gara: «Sì lui mi ha dato la possibilità di giocare titolare e quindi posso solo dirgli grazie. Sono soddisfatto della mia prestazione e di quella della squadra, il mister sicuramente non ha sbagliato a scegliermi perché ero motivato e volevo vincere».

Senza tornare sul passato e sulle problematiche che in parte lo hanno coinvolto nei lunghi momenti di buio: «Non mi interessa parlare delle differenze tra Garcia e Spalletti, ogni allenatore ha il proprio metodo di lavoro e uno stile di gioco diverso. I risultati ora parlano da soli, con Spalletti abbiamo vinto otto parte consecutive, quindi va benissimo così».

Finora i suoi gol hanno regalato alla squadra 13 punti in campionato (più un assist e un gol nella vittoria europea decisiva con il Bayer Leverkusen), con il merito ulteriore di riuscire sempre a sbloccare la gara o siglare la rete del sorpasso definitivo (esclusa quella messa a segno con la Juventus comunque decisiva per la vittoria).

E adesso parte lo sprint finale: «Per il momento pensiamo a difendere il terzo posto – aggiunge Dzeko – poi vedremo cosa succederà, noi intanto continueremo così. Però di solito, ovunque ho giocato, la parte conclusiva della stagione è sempre stata positiva per me. Continuerò a fare il mio lavoro, mi curo poco di quello che dicono gli altri».

L’abbraccio con i 5000 tifosi giallorossi arrivati al Friuli hanno cancellato poi gran parte dei fischi arrivati dopo gli errori grossolani registrati durante la stagione: «Li ho sentiti sempre dalla mia parte – conclude il numero 9 – ora sta a me ripagarli».

Evitando inutili e pericolosi dualismi anche con il suo amico Totti, sui cui è tornato a parlare ieri il dg Baldissoni: «Francesco e il presidente Pallotta stanno parlando e continueranno a farlo, è un tema delicato che riguarda l’ultima parte di carriera di una leggenda, che rappresenta la storia recente di questo club. È giusto che ci sia questa discussione. Ma, come abbiamo detto molte volte, in ogni modo Totti farà parte a lungo della storia di questa squadra».

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