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LA REPUBBLICA Prestiti o a costo zero, è il mercato della crisi. Da Matri a Cassano, la Premier è lontana

Ata hotel executive
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(G. Cardone) –  Stasera alle 23 quello che una volta era considerato “il mercato di riparazione” e oggi invece è diventato il festival dei prestiti con diritto (più che obbligo) di riscatto, dei parametri zero, dei tanti nuovi stranieri e della nostalgia. Perché spesso ci si affida “romanticamente” ai (grandi?) ritorni: sono già sei i giocatori rientrati dall’estero in questa sessione, da Cerci a Bocchetti, da Diamanti a Gilardino, da Eto’o e Santon (che l’Inter ha ripreso in extremis dal Newcastle) fino a Diakité, ex Lazio e Fiorentina che non dispiace a Mancini. E poi ci sono le operazioni nostalgia ancora più “struggenti”, quelle di chi torna nel club dove ha già giocato: lo stesso Gila nella Fiorentina, appunto Santon nell’Inter, Antonelli nel Milan — lui che era cresciuto nel vivaio rossonero come il papà Dustin, centravanti-artista della squadra della stella — Borriello nuovamente nel “suo” Genoa (quando gioca lì sembra da nazionale, altrove invece si perde), De Ceglie che rientra alla Juve dal prestito al Parma, forse Cassano all’Inter e di sicuro Matri (oppure Osvaldo) alla Juve. Sono gli affari che rendono felici i giocatori in questione e soprattutto i tifosi, ma meno, molto meno gli allenatori.

LE CIFRE DELLA CRISI – Il mercato della crisi consegna poi un dato interessante che non può sorprendere, visto com’è ridotto il nostro calcio: il saldo tra entrate e uscite è in pareggio quasi perfetto, l’equilibrio della malinconia. Ecco le cifre: 56,05 i milioni di euro spesi (fino a ieri sera) dai club di serie A, 55,20 quelli incassati, quindi le uscite superano le entrate solo per 850mila euro. Inezie. Clamorosa poi la differenza con i maggiori campionati europei, dove girano più soldi e quindi le spese sembrano di un altro pianeta. Il record è dei nababbi della Premier, dove il saldo è di – 58,65 milioni. Al secondo posto la Liga con – 20, subito dopo Francia (-19,57) e Bundesliga (-15,28).

IL RECORD DELL’INTER – Che poi, in quanto a quantità di movimenti in questo mercato invernale non ci si può lamentare. Tanti colpi, anche se con le formule imposte da quella mancanza di liquidità che si diceva. È l’Inter il club che ha speso di più, spinta dall’arrivo di Mancini: 32 milioni. Ovviamente si considerano soltanto i trasferimenti a titolo definitivo, soldi versati per i prestiti onerosi e quelli già concordati per i riscatti obbligatori. Il Milan, per esempio, ha speso 700mila euro per Destro, poi dovrà pagare 16 milioni alla Roma solo se deciderà di esercitare il diritto di riscatto. Dopo l’Inter, nella classifica di chi ha speso di più, c’è la Roma con 25,5 milioni, 7 dei quali utilizzati per riscattare Yanga-Mbiwa. Sul gradino più basso del podio si piazza quel vulcano di Ferrero, con 25 milioni investiti per i cartellini di Muriel, Correa e Bonazzoli (il giovane dell’Inter che arriverà a Genova in estate). E la Samp non si ferma: dopo il colpo Eto’o, sua l’offerta più alta (5,5 milioni) per Baselli, il talentuoso centrocampista dell’Atalanta al centro di un’asta last minute tutta italiana: partecipano anche Milan (favorito), Inter, Fiorentina e Sassuolo. C’è da considerare che il club blucerchiato ha incassato 7 milioni dal Napoli per Gabbiadini, pagato 14 in tutto da De Laurentiis (che invece Strinic l’ha preso a parametro zero).

CUADRADO RE DEL MERCATO – In assoluto, l’affare-monstre di questo mercato porta il nome di Cuadrado. E non parliamo solo d’Italia: l’investimento fatto dal Chelsea, 33 milioni più Salah, è il top in Europa. Merito, diciamo così, del pressing di Mourinho su Abramovich. Medaglia d’argento al City: 32,3 milioni per il centravanti Bony. L’Arsenal si è fermato a 15 per il difensore Gabriel Paulista del Villarreal. Nella Liga — con il Real di Ancelotti che ha aggiunto alla sua rosa “ galactica” solo Lucas Silva per 13 milioni — l’operazione più costosa è del Valencia: 25 milioni per il centrocampista Enzo Perez. Di un altro club legato al manager Jorge Mendes, il Monaco, il colpo top in Francia: Bernardo Silva (15,75 milioni). Bundesliga invece al ribasso: l’acquisto principale è il centrocampista Kampl, preso dal Borussia Dortmund in crisi per 12 milioni.

I NUOVI STRANIERI – In Italia è della Roma l’affare più oneroso: 16 milioni, bonus compresi, per il centravanti Doumbia. Un milione di meno è costato all’Inter lo svizzero Shaqiri. Che è uno dei 24 nuovi stranieri arrivati nel nostro campionato in questa finestra di mercato che oggi a Milano vivrà le ultime, elettriche ore di trattative. Possono diventare 26 se la Roma riuscirà a chiudere in extremis l’acquisto del difensore Chiriches dal Tottenham (è dura) e la Fiorentina quello di Montoya dal Barcellona. Qualcuno si è già rivelato utile, come Cop del Cagliari, Strinic del Napoli e lo stesso Shaqiri, ma sono eccezioni: la maggioranza al solito è destinata a togliere spazio ai talenti dei nostri vivai. C’è poi chi si è portato avanti con il lavoro, prendendo già giocatori per luglio: l’Inter, per esempio, con Murillo. E poi la Lazio con Hoedt e Morrison, il Milan con Munoz (Paletta invece può arrivare subito in rossonero). E per chi è svincolato, come Cassano, c’è tempo fino al 27 febbraio per trovare un club salvacurriculum.

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