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REPUBBLICA.IT Roma, la qualificazione non cancella i problemi. E Garcia scopre i primi fischi

Garcia
Garcia

(M. Monti) – Non era mai successo che la Roma di Rudi Garcia uscisse dall’Olimpico tra i fischi dei propri tifosi. Pur avendo centrato la qualificazione ai quarti di Coppa Italia, pur stazionando ancora in orbita primo posto in classifica e, infine, pur avendo la chance di disputare gli ottavi di Europa League, sembra ormai appartenere ad un’epoca remota quell’idea di squadra in grado di imporre il proprio gioco su qualsiasi campo. E’ servito un rigore, tutt’altro che cristallino – concesso dall’arbitro Di Bello al 113esimo per un fallo su Paredes – ad assicurare la vittoria contro l’Empoli: sintomo del nervosismo tra i corridoi di Trigoria, è arrivato poi lo sfogo del direttore generale Baldissoni in zona mista, che ha difeso la decisione del giudice di gara utilizzando toni accesi, termometro di un contesto ambientale che necessita di ritrovare al più presto equilibrio e consapevolezza.

NERVI TESI IN CASA ROMA –
 “Questo è rigore netto, dovete dirlo. Paredes sposta la palla e viene steso”. Sbotta così Mauro Baldissoni nei confronti dei cronisti presenti in mixed zone in attesa delle consuete interviste post-partita. Dalla presa diretta e dalle prime immagini video, l’intervento di Zielinski su Paredes è parso subito dubbio, al limite. Non per il dg: munito di tablet ha mostrato un’inquadratura – un replay che, come da lui stesso sottolineato, sarebbe stato mandato in onda solamente una volta dalla Rai – dalla quale si evincerebbe “con certezza” come l’intervento di Zielinski sia falloso, da rigore. Ma resta pur sempre un’interpretazione data da una sola prospettiva: l’intervento, peraltro, ha ricordato, ai più, la mancata segnalazione del penalty per il fallo di Emanuelson su Kone, in Udinese-Roma del 6 gennaio scorso. Lì, infatti, Guida lasciò correre.
A pochi metri di distanza il protagonista dell’episodio, Leandro Paredes, uscendo dall’impianto dopo la cena con i compagni di squadra, ha assicurato: “E’ netto, mi ha preso dritto sulle caviglie”. Poi l’eco di Rudi Garcia in conferenza stampa: “Si vede che gli ‘taglia le gambe. L’arbitro è a meno di cinque metri e quindi bisogna dargli fiducia. Per me c’è”. Parole assai discordanti con quelle utilizzate fino a poco tempo fa per sottolineare gli episodi favorevoli alla Juventus che hanno permesso ai bianconeri di distaccare i giallorossi di cinque punti, già dal mese di gennaio. Parole, poi, che sembrano nascondere le reali problematiche di una squadra capace di soffrire, eccome, anche contro le seconde linee di un Empoli ben schierato in campo dal tecnico Sarri, che ha sfiorato il pareggio del 2-2 a una manciata di secondi dalla fine dei tempi supplementari.

GERVINHO PERDE LA TESTA – Il mood attuale della Roma deve essere arrivato anche a 7000 chilometri di distanza, contagiando Gervinho impegnato in Coppa d’Africa. Una doppia manata – a gioco fermo – al guineano Keita che gli è costata il rosso diretto al debutto nella competizione, così come già gli era accaduto – nel lontano 2011 – all’esordio in Premier League: lì fu l’alterco con Joey Barton a procurargli l’espulsione. Pronte le scuse dell’attaccante ivoriano, via Twitter: “Voglio farle alla nazione, ai miei compagni di squadra, ai tifosi e gli organizzatori della CAN per questo gesto di collera che non mi rappresenta e per il quale non c’è evidentemente posto su un campo di calcio”. A Trigoria, invece, un posto al suo ritorno lo ritroverà certamente, magari anzitempo qualora la sanzione della squalifica non gli dovesse permettere di concludere il torneo in Guinea Equatoriale. Rudi Garcia ci spera: come mostrato nelle ultime apparizioni prima della partenza di Gervinho, resta ancora lui l’arma offensiva più pericolosa di questa Roma.

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