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ORA D’ARIA “Riflessioni sparse” di Paolo Marcacci

Ora d'aria di Paolo Marcacci
Ora d’aria di Paolo Marcacci
Era un sabato, verso l’ora di pranzo, che in Germania è un’indicazione molto più vaga, anche per le modalità, che da noi. Mi trovavo dalle parti di Marienplatz, a Monaco di Baviera, in una di quelle piazzette adiacenti la grande piazza centrale con l’orologio a carillon che si anima ogni mezz’ora (o quarto d’ora?). I chioschetti erano già pieni di tifosi del Bayern, che di lì a un paio d’ore circa avrebbe affrontato il Mainz all’Allianz Arena, dove anche io stavo per recarmi, per la prima volta, con tutta la trepidazione che potete immaginare. Con mezz’ora di treno, saremmo tutti arrivati nel piazzale davanti allo stadio, ecco perché i tifosi non avevano alcuna fretta, tra boccali di birra che ne coprivano i volti, hot dog di vario tipo, dolciumi monumentali. Ovunque, i colori del Bayern: sciarpe, maglie, qualche bandiera, berretti da collezionisti. Tranne che per una macchiolina, più scura, in movimento: una famigliola di tifosi del Mainz, padre, madre e due bambini.

Tranquillamente “scesi” in un punto di ritrovo avversario, anche loro intenti a scegliere cosa mangiare prima di prendere il treno per lo stadio. Da un gruppetto di giovani bavaresi, uno con la maglia di Ribery, notata la famigliola avversaria, fa partire un coro, che io non comprendo, in tono di sfida. Il capofamiglia tifoso del Mainz, senza scomporsi e senza che la moglie lo preghi di tacere o di andar via, risponde per le rime con un altro coro, con le braccia alte e battendo le mani. Un botta e risposta di un minuto circa.

“Ora parte la rissa…” pensa l’italiano di turno, cioè io, che trovavo già incredibile di per sé la presenza della famigliola, figuratevi la schermaglia a base di cori. Invece la cosa finisce lì, tra risate dei bavaresi e il divertimento dei due ragazzini, in gita turistica a Monaco e di lì a poco pronti a sostenere il loro piccolo club – che avrebbe strappato uno zero a zero, vanificando le residue speranze di scudetto del Bayern – contro i fuoriclasse biancorossi.

Dopo aver mangiato su sgabelli claudicanti, i quattro del Mainz si sono avviati verso la stazione che si trova nella strada che introduce alla piazzetta di cui non ricordo il nome; un ultimo coro del ragazzo del Bayern, un po’ più alticcio di prima; una immediata risposta per le rime da parte del papà dei ragazzini, voltatosi per rispondere. Poi, me compreso, tutti allo stadio, pieno come un uovo.

Non c’è un finale, per quest’articolo; nemmeno una chiosa, che molti si aspetterebbero. Ci sono solo le vostre impressioni, che all’autore piacerebbe tanto conoscere.

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