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IL MESSAGGERO De Rossi: “Giù le mani da Mehdi”

Mehdi Benatia
Mehdi Benatia

(A. Angeloni) Lui c’è passato. Capisce. Per questo Daniele De Rossi difende Mehdi Benatia, che ora per tanti è diventato un mostro. Da Coverciano, ultime parole colorate di giallorosso, poi il lungo tuffo verso il Brasile. La Roma può aspettare, ma una cosa su Benatia, Daniele l’ha voluta dire. Eccola:«Anche io lo scorso anno sono stato disturbato dal mercato. Sabatini ha parlato del Benatia uomo, calciatore, professionista e della sua voglia che ha sempre messo in campo con noi, non so come finirà, ma, se dovesse rimanere alla Roma, nessun tifoso lo guardi storto, perché ha dato più di noi romani dal punto di vista umano. C’è solo da imparare da uno come lui a livello di intensità, impegno e collaborazione in campo e nello spogliatoio. Il rinnovo di Garcia? Sono contento, così come lo è qualsiasi romanista. Ero sicuro che sarebbe rimasto. Gliel’avevo chiesto, mi aveva detto di sì. Non poteva mentirmi». Liquidato il discorso Roma, Daniele vuole concentrarsi sul Mondiale. Che non comincia bene, visto l’infortunio choc di Montolivo. «È una brutta tegola, dal punto di vista umano e tecnico, ma questo potrebbe anche unirci ancora di più, tutti compatti per cercare di vincere il mondiale per lui e per noi. È un giorno triste, immagino come si senta Riccardo, come mi sentirei io. È brutto comunque perdere dei compagni, soprattutto un compagno e un amico così. Montolivo è un ragazzo sempre positivo e corretto oltre ad essere uno dei veterani del gruppo. Questo vuoto sarà difficile da colmare».

DA RICCARDO A GIORGIO – Per uno che lascia, ce n’è un altro che rilancia: Giorgio Chiellini. Che Prandelli ha perdonato dopo il gestaccio nei confronti di Pjanic. De Rossi, anche su quest’ c’è passato, assume una posizione saggia. «Nessuna invidia per Chiellini, anzi sono contento che sia con noi, sarebbe stato assurdo non portarlo ai mondiali per quel gesto. Normalmente in casi del genere si possono creare interpretazioni e strumentalizzazioni, anche perché non sempre sono chiari certi gesti violenti piuttosto di altri. La punizione che è stata inflitta a me l’ho ritenuta giusta, c’è un codice ben preciso deciso da Prandelli». Chi non dovrà sbattere contro le regole del sergente Cesare, sarà Cassano, riabilitato dopo l’ultimo Europeo. De Rossi di Antonio conosce pregi e difetti, sa quanto potrà essere importante. In campo. «Cassano porta qualità, estro, personalità. Comincia ad avere 32 anni, quindi deve a tutti i costi mettere qualcosa di più e credo lo stia facendo. Il suo ruolo da leader nel Parma può essere un aiuto per lui e per noi». Il Mondiale sta per cominciare, non sotto una buonissima stella. Ma nel clan azzurro non manca l’ottimismo. «Colloco l’Italia tra le squadre che possono vincere il Mondiale. L’Italia è maestra quando arrivano queste manifestazioni: se non si parte per provare a vincere diventa anche difficile farlo. Anche in Sudafrica partivo fiducioso, poi il campo parla chiaro e dimostra quello che vali. Forse in Sudafrica valevamo quello, o poco di più. Io sono ottimista».

AMBIENTE CALDO – Un nemico: lo scetticismo dell’ambiente. Una costante, che spesso diventa determinante per caricarsi. Così è accaduto in Germania, dopo lo scandalo Calciopoli. «Non ricordo Europei o Mondiali dove siamo partiti tra ali di folla entusiaste non solo per noi, ma per il calcio italiano. Non c’è quel l’entusiasmo che hanno in Brasile, ma si creerà perché è sempre stato così e perché sono sicuro che questa è una Nazionale che, nonostante abbia diviso per le convocazioni ed il codice etico, è indiscutibile. Che nazionale siamo? Della qualità, perché ci sono tanti giocatori di palleggio. Prandelli? È uno dei migliori allenatori che abbia avuto. È una persona mai sopra le righe, serena, tranquilla, diverso da altri». Non resta che aspettare il debutto con l’Inghilterra. «Giocheremo in un clima disastroso. Forse un po’ meglio noi, ma di poco».

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