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GAZZETTA DELLO SPORT Tv, entrate boom. Però ora il rischio è di rifare l’asta

Fox Sports
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(M. Iaria) L’esito dell’asta per i diritti premium della Serie A 2015-18 sta spiazzando tutti. La Lega, Infront, ma paradossalmente anche gli stessi operatori che vi hanno partecipato. In una guerra senza esclusione di colpi, sullo sfondo dello scalpo della Champions per mano del Biscione, Sky e Mediaset hanno invaso a vicenda la piattaforma altrui per i pacchetti-principe, con 248 partite di 8 squadre tra cui Juve, Milan, Inter e Napoli. Alla fine le offerte di Sky sono risultate le più alte: 355 milioni per il satellite (contro i 350 di Mediaset), addirittura 420 per il digitale (280 per il rivale). «Una mossa aggressiva», attacca Marco Paolini di Mediaset. «Vince chi offre di più», replica Jacques Raynaud di Sky.

Ragionamenti I club di A gongolano, considerando l’incasso potenziale al di là delle aspettative (il minimo d’asta per i pacchetti A+B era di 548 milioni). Ma se assegnassero entrambi i pacchetti a un solo soggetto rischierebbero l’altolà dell’Antitrust. L’incertezza aumenta perché Mediaset, che ha messo virtualmente un miliardo nelle buste, per il pacchetto secondario (quello di 12 squadre in esclusiva) ha presentato un’offerta «condizionata» all’acquisizione di A o B: una cifra enorme, 300 milioni, ma secondo una certa interpretazione del bando la busta è irricevibile. A quel punto ci sarebbero i 150 milioni di Fox, che però non raggiungono il minimo di 235. E comunque si discuterebbe sul fatto che Sky e Fox fanno capo a uno stesso proprietario, Murdoch. La Lega convocherà l’assemblea per il 19. I legali sono al lavoro, con le authority in preallarme. Non si tratta solo di scegliere le offerte più remunerative. Alla fine non è escluso che si rifaccia interamente il bando: è una clausola che può scattare dal momento che non sono arrivate offerte per il pacchetto di Internet.

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