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CORRIERE DELLA SERA Niente risultati, niente gioco. Roma, il “progetto” è fallito

Baldini e Pallotta

(L. Valdiserri) – Mentre i giocatori sfilavano a bocca chiusa, dopo la sconfitta contro il Chievo, la dodicesima in questo campionato, la ventiseiesima del «progetto» su 73 partite di serie A, il direttore generale Franco Baldini ci ha messo la faccia. Della Roma che tradisce ogni volta che ci si aspetta il salto definitivo di qualità ha parlato solo lui: «Il campionato dice che siamo la squadra delle occasioni mancate. È stato chiesto ai giocatori se volessero parlare, ma erano tutti delusi e non avevano abbastanza spirito per colpa di questa sconfitta, che è l’ennesima occasione persa. Non c’è nessun silenzio stampa, solo questo ».

Spiace dirlo – chi scrive ci aveva creduto e, in un mondo perfetto, che purtroppo non è il nostro, ci crederebbe ancora – ma l’occasione perduta dalla Roma è davvero epocale. È stata la prima società capace di attirare capitali stranieri, ha dato vita all’esperimento molto interessante di un management a più livelli, si è posta il traguardo di fare risultati attraverso un calcio attrattivo e non proclamando, come da altre parti, che conta soltanto la vittoria, a prescindere da come viene ottenuta. Ma, se il risultato non è tutto, non si può nascondere che sia molto. E che alla Roma, in questi due anni, non siano mancati solo i punti, ma spesso anche il bel gioco.

Ci sono già stati tre allenatori e presto ne arriverà un quarto. Si è passati dal possesso palla di Luis Enrique al 4-3-3 tutto verticale di Zeman, fino all’over-training di Andreazzoli, che ha cambiato moduli e formazioni in modo compulsivo. A ben guardare, anche il ballottaggio per la panchina dell’anno prossimo, tra Massimiliano Allegri e Walter Mazzarri, dà l’idea di un progetto che naviga a vista: tanta è la differenza di gioco tra i due tecnici, molto diverse le strade della gestione del gruppo, opposte le liste di mercato per soddisfarli. In questa situazione, senza gesti plateali,Franco Baldini è vicino all’addio.

Da un lato c’è il desiderio di non lasciare a metà l’impresa che si era prefisso: fare della Roma un club di livello internazionale. Dall’altro, proprio perché la Roma non è per lui una squadra come le altre, si è fatta strada in Baldini l’idea che la sua presenza possa essere percepita da molti tifosi come un ostacolo. E non è tipo da restare aggrappato a una poltrona.

E Walter Sabatini?
 Secondo una corrente di pensiero potrebbe essere proprio lui il prossimo direttore generale, con il fidato Pasquale Sensibile (ex Novara e Sampdoria) come direttore sportivo. Ma c’è chi dice che pure Sabatini potrebbe lasciare. Magari, controcorrente, se la Roma vincesse la Coppa Italia, restando invece in caso di sconfitta. Basterà battere la Lazio in finale, cosa per niente facile, per modificare la percezione di questa stagione? Nell’albo d’oro di sicuro, nei programmi chissà.

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