La Roma ha battuto il Napoli, rovinando l’addio a Mazzarri. Non si può parlare di una vittoria che aumenta i rimpianti di una stagione fallimentare, ma di una squadra vittoriosa in un’amichevole di fine stagione. Non si può parlare di tattica in una gara così, con un Napoli già in vacanza ed i ragazzi di Andreazzoli – si spera – con la testa a domenica prossima, quando si giocheranno molto.
Parliamo di ciò che di solito non compete a questa rubrica, allora, nella speranza che i ragazzi in campo abbiano letto gli striscioni esposti sia dalla Sud che dalla Nord, nella speranza che abbiano ascoltato l’invito della curva (‘Tirate fuori le palle’) a fine gara. Speriamo che capiscano l’importanza di quel che li attende; qualcuno più forte e più importante di loro una volta disse che una partita di calcio conta più della vita o della morte. Ecco, domenica lo spirito dovrà essere quello.
Uno spirito diverso da quello mostrato ieri. A fine gara sotto la Curva Sud si sono recati in pochi, tra l’altro i soliti noti, quelli che non hanno nulla da nascondere: Lobont, Burdisso, Perrotta e Florenzi. Una maggiore presa di coscienza avrebbe fatto piacere a molti, invece c’è chi ha preferito restare in campo con i figli.
Altri allenatori in passato non avrebbero permesso questo (vedi Spalletti), altre proprietà non lo avrebbero tollerato (vedi era Franco Sensi, si noti bene Franco). Forse questo distacco, questo spirito così americano, non ci affascina, e così si resta legati solo a chi veste questa maglia da anni – come i Senatori – o a chi vive questa maglia sin da bambino – come Florenzi.
Ma per i processi aspettiamo la prossima settimana, che siano positivi o negativi, perché quando ti giochi la vita a poco serve una vittoria sul Napoli, o arrivare sopra la Lazio al termine di un campionato pessimo, il secondo consecutivo.
A cura di Luca Fatiga
@LucaFatiga9