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GAZZETTA DELLO SPORT Il vecchio e il bimbo: ci scappa il brindisi per due generazioni

Romagnoli

(A. Pugliese) – La scena più bella è condensata tutta alla fine, con Totti in lacrime al centro del campo mentre bacia i figli Cristian e Chanel, accorsi da casa a fine gara per festeggiarlo nel più bello dei modi. «Sei forte papà» è la maglia che gli hanno dedicato per i suoi 225 gol in Serie A e l’aggancio a Gunnar Nordahl. «Sapevo che erano a casa, in settimana erano stati male, è stata la sorpresa più bella — dice Totti —. Per un papà queste sono cose meravigliose, resterà una serata indimenticabile». Anche grazie al baby Alessio Romagnoli, che nel momento più difficile della partita gli ha permesso di festeggiare l’ennesimo traguardo. Il più vecchio e il più giovane, l’anziano e il bambino, uniti da un filo sottilissimo che va oltre la romanità, non fosse altro perché lo scorso 22 dicembre (contro il Milan) Romagnoli esordì in Serie A sostituendo proprio Francesco. 

Venti anni La festa di Totti era cominciata così: il primo gol al compianto Mancini nel ’94 e l’ultimo a Buffon proiettati sui megaschermi, con lo stadio a far rimbombare il suo nome per 10 volte e i led a bordocampo che passano il dolce messaggio dei figli (anticipato dal «225 grazie a tutti voi» di Francesco), accompagnato da un coreografico «Grazie Capitano» in Tevere. Totti esordì in A il 28 marzo 1993, neanche due anni dopo nasceva Romagnoli, 4 giorni dopo il 2° gol in A di Francesco (8 gennaio 1995, Roma-Bari 2-0). Una festa lunga quasi 20 anni, quelli che dividono Francesco e Alessio, gli stessi da cui Totti delizia gli amanti del calcio. Ma mentre Francesco a far gol ci è abituato, Alessio quasi non ci credeva: con gli occhi gonfi di lacrime. «È una serata unica, una gioia immensa. Non mi immaginavo un esordio così da titolare — dice il giovane difensore, festeggiato con gli “schiaffetti” della gestione Spalletti —. E’ un’emozione unica, in un gruppo stupendo. E poi giocare con Totti è troppo bello, lui è unico». Già, e allora le dediche finiscono altrove. «Sono per la mia famiglia. Io titolare? C’è tempo, non mi faccio problemi. Stiamo lavorando bene, dobbiamo continuare così. Le vittorie con Juve e Atalanta sono state importantissime, questa ci permette di allungare la striscia positiva». 
La promessa Rigore e assist (due, in tutto sono già 12) a parte, se proprio vogliamo trovare un difetto alla prestazione di ieri di Totti è che non è stato di parola. «Segnerò una doppietta al Genoa e supererò Nordahl», aveva promesso. «Pazienza, è stato tutto lo stesso molto emozionante, lo volevo a tutti i costi e ci sono riuscito davanti alla mia gente — dice —. Era doveroso contraccambiare l’amore che mi ha sempre dimostrato». Da Udine sabato andrà alla caccia di altri traguardi. Nel frattempo, è salito a 10 reti (a -1 da Lamela e Osvaldo), chiudendo in anticipo la sua 13a stagione (su venti) in doppia cifra. «Next stop Piola» recitava ieri un altro striscione. Per quella fermata, ora, mancano ancora 49 gol. «Non dipende da me, ma appena lo supero smetto», scherza Francesco. Che poi di traguardo ne fissa un altro. «Se devo scegliere, tra Piola e il 3° posto opto per quest’ultimo». E oggi andrà a pranzo con lo sceicco Al Qaddumi, come ha rivelato scherzando alla Rai con Gene Gnocchi, il quale gli ha chiesto: «Ma è vero che non ha i soldi per fare una ricarica al cellulare, gliela fai tu?».«Sì, gliela faccio io…» — ha risposto sorridendo il capitano.
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