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CORRIERE DELLA SERA Zeman tenta la riconquista di Roma: “Voglio restare altri cinque anni”

Zeman

(L. Valdiserri) – È stato il giorno dei «disguidi». Zdenek Zeman, nella conferenza stampa prima della partita di stasera all’Olimpico contro il Cagliari (anticipo dovuto al Sei Nazioni di rugby), ha spiegato così il caso che ha investito la Roma, portandolo a un passo dall’esonero: «Penso che sia successo tutto da un disguido dalla mia conferenza stampa prima della partita con il Bologna. La società l’ha preso come se io mi volessi tirare indietro, io invece mi voglio tirare avanti e voglio restare alla Roma altri cinque anni. È logico, me lo devo meritare ». Zeman, per chi non lo ricordasse, aveva detto che nella Roma non c’è disciplina e fatto intendere che la società non l’aveva spalleggiato.

Di peggio è capitato al povero Maarten Stekelenburg che nel pomeriggio, dopo il gran lavoro del suo agente, aveva ottenuto il permesso di partire per Londra a fare le visite mediche e firmare per il Fulham. Una fuga da Zeman, che lo ha retrocesso da tempo a riserva del ben poco convincente Goicoechea. Il trasferimento (5 milioni più uno di bonus) è però saltato perché la Roma non è riuscita a chiudere per il vero obiettivo (un altro portiere sudamericano) e poi non ha potuto virare all’ultimo istante su Viviano. Stekelenburg è stato raggiunto dalla notizia a Londra e gli è stato chiesto di ritornare oggi a Roma. Lo farà perché legato da contratto. Forse. L’unica certezza è lo stato d’animo con cui dovrà rimettersi a disposizione.

La speranza dei tifosi giallorossi è che stasera la squadra sia più organizzata contro un Cagliari motivatissimo, dopo lo 0-3 a tavolino dell’andata. Sarà importante non cadere nei disguidi, visto che tra i rossoblù ci sarà il capitano Daniele Conti che alla Roma ha già segnato cinque gol, dando sempre dispiaceri (calcistici) a papà Bruno. Quale sarà l’accoglienza dello stadio dopo il deludente pareggio di Bologna e la settimana passata a spaccare in due la città tra zemaniani e antizemaniani? Saranno fischiati Goicoechea e Tachtsidis, i fedelissimi del boemo, o applauditi? E su quanta parte del pubblico può davvero contare Zeman? Più o meno dei dirigenti? Domande che avranno oggi una risposta, anche se quella che conta di più resta quella del risultato.

Zeman, nella conferenza stampa di ieri, è stato «limitato» a meno di un quarto d’ora, con pressanti richieste dell’ufficio stampa ai giornalisti per fare domande «sulla partita » e non su quello che era successo in settimana. Zeman è parso a molti quasi imbavagliato ma, almeno per chi scrive, l’impressione è stata assolutamente opposta. È stato, infatti, uno Zeman «zemaniano», che non ha fatto passi indietro e, soprattutto, non ha fatto sconti ai giocatori: «Io penso che non ci sono rapporti cancerogeni con nessuno (come aveva detto il d.s. Sabatini, ndr), semmai c’erano in passato. A quando mi riferisco? A un po’ di anni fa. Ho cercato di richiamare più attenzione, più concentrazione su quello che si deve fare. Non mi sento uno Zeman 2, sono sempre lo stesso: sono sempre stato libero di fare le mie scelte e continuerò così. Non ho parlato ai giocatori perché le mie parole di sabato servivano per migliorare. Se non siamo primi ci sarà unmotivo… ». Poi la frase più forte di tutte: «Non ho problemi nel raccontare la verità, ho problemi a raccontare bugie e cerco di farlo il meno possibile»Nessuno ha anestetizzato Zeman. Semmai il contrario. 

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