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IL TEMPO “O cambia o va via”

Zeman

(A.Serafini) – Il concetto è chiaro, ma con Sabatini di mezzo è sempre pericoloso trarre conclusioni affrettate. Il vento di tempesta che ha investito Trigoria però, non è riuscito a placarsi nemmeno ieri, quando il ds ha completato il terzo atto di una vicenda iniziata da Zeman e passata successivamente dalla replica di Baldini. Tutto è in discussione, a partire proprio da un allenatore, sempre più lontano da squadra e società. Anche se il «sabatinese» lascia sempre aperta più di un interpretazione: «Zeman è stato scelto in maniera euforica, pensando che avrebbe fatto prevalere una voglia di fare un calcio propositivo, arrogante, prepotente, che avesse voluto comunque sempre schiacciare l’avversario. Ha centrato questo obiettivo, la squadra ha infatti il miglior attacco della serie A. Si arriva però alla situazione odierna, di una poca soddisfazione rispetto ai risultati raggiunti. Ci fermeremo un po’ per interrogarci sui motivi che ci hanno portato a fare cose non congrue».[…]

L’immagine di un post Zeman apre quindi alla scelta tra i nomi che possano sostituirlo in fretta, programmando almeno la chiusura della stagione fino a giugno. Fatto che Sabatini non può ovviamente rendere pubblico: «Candidature? Non le stiamo vagliando. Poi ci confrontiamo tutti i giorni, soprattutto con i miei collaboratori. Non per sostituire Zeman, ma per un dovere professionale. La Roma ha bisogno di un allenatore normale, ma che abbia carisma e la capacità di costruire qualcosa di importante. Valuteremo più avanti, tenendo presente questa indicazione».

Per evitare che si gridi all’esonero in diretta, il ds apre anche ad una nuova possibilità di ricostruire un rapporto incrinato più volte, ma ancora non concluso definitivamente: «Non penso che il mister dopo le mie parole si possa sentire delegittimato. Non sono qui per esonerarlo. Possiamo anche pensare di rimettere a posto le cose, magari passando a uno “Zeman 2″, una sorta di rimpasto come si fa con i governi». Tra il dire e il fare, la contesa romanista trova di mezzo una squadra bersagliata dalle frecciate del proprio tecnico e una ferrea difesa da parte della società, sicura che la disciplina e i comportamenti non siano mai andati sopra le righe: «Tra i problemi di questa annata c’è l’incancrenirsi di alcuni rapporti, che da parte di Zeman non sono sentiti come cancerogeni, ma che sono stati vissuti in maniera diversa dall’altra parte». Questioni di regole e di disciplina, su cui Sabatini trova un altro punto di rottura con il boemo: «Sono ragazzi educati e fortissimi. Sono 25, qualche esuberanza c’è, ci mancherebbe, ma sono persone serie. […]»

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