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IL ROMANISTA La Sud esalta i capitani

Curva Sud Roma

(M. Macedonio) – Clima da lupi, all’Olimpico. Ma non perché la temperatura sia vicina allo zero. A quella ci si passa sopra quasi subito, visto che c’è modo di scaldarsi presto. Perché che sia una serata da veri lupi lo capisci già dagli spalti. E’ vero, si viene da tre vittorie consecutive, che hanno ridato un po’ di fiducia all’ambiente, ma la partita è davvero di quelle che contano più di altre. Intanto, perché è contro una rivale diretta e, anche solo per questo, può dare una svolta alla stagione. I tifosi giallorossi lo sanno bene, e i quarantamila presenti ne sono la testimonianza. La conferma di quanto sia importante stasera essere vicini alla squadra viene già alla lettura delle formazioni. Non c’è un solo giocatore al quale venga riservato qualche fischio. La curva risponde puntuale ad ogni chiamata dello speaker, gridando a piena voce i nomi dei giocatori, uno dopo l’altro: Goicoechea, Piris… Anche Tachtsidis, con voce forte. E chiara. E a seguire tutti gli altri.

Perché si capisca che non si può sbagliare e ognuno deve fare la sua parte. Come la fanno i tifosi, pronti a sostenere la squadra. Deve averlo sentito, Panagiotis, quell’incoraggiamento. O probabilmente, devono averlo immaginato già loro, i tifosi, quel gol che il greco avrebbe messo a segno dopo sette minuti. Anche se per una questione di centimetri finirà forse per essere assegnato a Castan. Ma è una serata da lupi, e stasera lupi lo sono un po’ tutti. E come è quasi logico che sia, ce n’è uno che lo è più degli altri. Ne segna due, Francesco Totti, di gol, dopo aver regalato assist a più non posso. E ancora una volta il primo tempo si chiude con lo stadio intero che canta «Un capitano, c’è solo un capitano…». Quando si riparte, non c’è neanche il tempo di riprendere i cori, perché un po’ del freddo che sembrava essere sparito nel corso del primo tempo torna a farsi sentire giù per la schiena. Aumentano quindi di intensità le voci della curva, con la speranza di trasmettere parte di quel calore anche a chi sta in campo.

Quando esce dal campo, Tachtsidis si prende – finalmente – i suoi giusti applausi, mentre è letteralmente salutato con un’ovazione l’ingresso di Daniele De Rossi. L’abbraccio, sincero, tra lui e Panagiotis vale certamente più di tante smentite verbali. Dopo Siena, anche l’ingresso di Perrotta merita un’esultanza tutta speciale da parte del pubblico. Così come va a Osvaldo quando entra al posto di Destro. Passano i minuti e la tensione cresce. La curva continua a spingere la squadra, senza sosta, e il resto dello stadio che fa altrettanto, anche senza gridarlo. Con il risultato in bilico, ci si scalda anche soltanto con l’adrenalina che gli ultimi minuti fanno salire a dispetto della temperatura.

Ma è una serata da lupi, s’è detto. E la curva sta lì a ricordarlo con il suo «maciniamo chilometri» e «superiamo gli ostacoli». Sembra soffrire un po’, la squadra, man mano che ci si avvicina al fischio finale. Goicoechea sventa un’occasionissima per i viola, Bradley ne toglie un’altra poco dopo sulla linea di porta. Torna allora a salire la voce della Sud e di tutto lo stadio. C’è bisogno di chiuderla, questa partita. Ci pensa il capitano a servire ancora una volta la palla che serve. E Osvaldo, stavolta, non la sbaglia. Fa caldo, ora, all’Olimpico. Ed è solo «olè”, “olè” e “olè». Grazie Roma.

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