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GAZZETTA DELLO SPORT Gilardino ribalta Zeman, Bologna da 0-2 a 3-2: Roma k.o.

Gilardino

(R. Palombo) – Con Zeman divertimento assicurato? Sì, ma anche per gli avversari. Questa battutaccia circola sulle due sponde del Tevere da una buona decina d’anni. A farla tornare di stringente attualità l’incredibile sconfitta della sua Roma con il Bologna: dall’iniziale 2-0 in carrozza, match dominato per quasi un’ora, al pazzesco riaggancio consumatosi nel giro di un solo minuto, per finire col ribaltone in pieno recupero. Tutto con la firma di Gilardino & Diamanti, neonata e già premiatissima ditta del gol. Ma anche con quelle di una difesa giallorossa semplicemente sciagurata, in cui ai blackout di Piris, che Zeman sul 2-2 ha buttato fuori per la disperazione, si è aggiunto il grottesco pasticcio Burdisso-Stekelenburg, che ha aperto la strada alla definitiva doppietta sul filo del fuorigioco del redivivo Gila.

Più chiavi Difficile spiegare i perché di questo che, senza nulla togliere ai meriti di un tenacissimo e ben guidato Bologna, è soprattutto un suicidio. Difesa disastrosa a parte, proviamo a mettere in fila quattro buoni motivi: 1. La Roma ha giocato pancia a terra il primo tempo, anche dopo l’uno-due di Totti e Lamela, bravi nello scardinare l’altrui difesa con i tagli in diagonale e lo «scarico» di altrettanti irresistibili tiri dal limite, sul primo dei quali, respinto dal palo, è arrivata la zuccata del predestinato Florenzi. Piede schiacciato sull’acceleratore, la Roma non lo ha però mai alzato, finendo col dosare male le forze, come si è visto nell’ultimo quarto di partita, quando è mancato tutto, fiato, gambe, lucidità. 2. Troppa sufficienza nel far giocare gli avversari senza pressione. Diamanti, tanto per intendersi bene, il comodo suo lo ha fatto anche quando la Roma andava forte. In mezzo al campo è mancata la saggezza tattica (e i bulloni) di De Rossi. Tachtsidis ha piedi buoni ma è al massimo un mezzo incontrista, peculiarità che non appartengono a Pjanic e al pur prezioso trottolino Florenzi. 3. I cambi. Il disastro è maturato sul 2-0 quando Zeman ha mosso la panchina: fuori Lamela e Pjanic, dentro Nico Lopez e Marquinho, con spostamento di Florenzi da sinistra a destra. Tempo cinque minuti, Gilardino e Diamanti hanno fatto 2-2 e dalla parte di Marquinho (e Balzaretti) si sono aperte autentiche autostrade, da cui i cross del primo e del terzo gol. 4. Osvaldo squalificato, Destro centravanti. Visto che Totti ha fatto il Totti dall’inizio fin quasi alla fine (quando ha rischiato il rosso da frustrazione), è chiaro che Destro nel suo ruolo naturale ha funzionato poco e male. E’ presto per una bocciatura, ma tant’è.
Motivator Pioli Che sia un eccellente allenatore lo si è capito da quando, dopo il Chievo, ha costruito il bel Bologna dell’altro ieri intorno a Diamanti, Di Vaio e Ramirez. Iniziare la nuova stagione col solo Diamanti non deve essere stato facile, ma ora con Gilardino vice Di Vaio, e con Taider che da del tu al pallone, la bella favola sembra destinata a continuare. I suoi cambi, all’inizio della ripresa e dopo un primo tempo imbarazzante, sono stati meno eclatanti ma certo efficaci: fuori Perez che stava rischiando il rosso e dentro Pazienza, regista con un destino dentro al nome, fuori il troppo passivo Guarente e dentro il vivace Pulzetti. Con in sovrapprezzo un minicambio di modulo, legato all’arretramento di Diamanti. Garics per Motta, a 2-2 ottenuto, ha rappresentato la ciliegina sulla torta. Dal suo piede è infatti arrivato il perfido cross del 3-2: quello del frontale Stekelenburg- Burdisso.


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