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CORRIERE DELLO SPORT Ora il City fa sul serio

Daniele De Rossi

(R. Maida) – L’acronimo che racconta De Rossi, DDR, sui social network è diventato uno slogan, un’esortazione in romanesco: Deve Da Resta’. E’ il segno che la città giallorossa, svuotata da un caldo soffocante e dalle ferie di ferragosto, comincia a temere il peggio: vuoi vedere che stavolta la Roma lo lascia andare? No, le cose per il momento non sono così gravemente delineate. Ma di sicuro il Manchester City è tornato alla carica con la stessa convinzione che aveva fatto scricchiolare il senso di appartenenza di De Rossi l’anno scorso, prima del rinnovo contrattuale.

LA SITUAZIONE – Il manager, Sergio Berti, ieri era a Manchester e ha incontrato i dirigenti del City. Non si è mosso per discutere il futuro di Kolarov, che è un suo cliente, ma per rafforzare un patto legato a De Rossi. Se la Roma lo vende, dovrà trattarlo (trattarlo, non per forza venderlo) con Roberto Mancini. Che ha preparato un’offerta sensazionale per sistemare decine di generazioni: otto milioni netti a stagione per quattro anni. Sono due milioni in più per ogni campionato rispetto allo stipendio che la Roma ha contabilizzato a febbraio (ma con un anno in meno garantito: la scadenza attuale è 2017). Tanti, tanti soldi sono sul piatto. Oltre alle prospettive tecniche che il Manchester City promette: da campione d’Inghilterra, quest’anno si insinuerà con ambizioni importanti anche in Champions League.

REAZIONI – La Roma tutto questo lo sa. E sa anche di non poter contrastare le tentazioni arabe. Ma continua a sentirsi sufficientemente serena. Perché De Rossi non ha mai chiesto di andare via e perché un’offerta ufficiale a Trigoria non è arrivata. Da Manchester, attraverso intermediari, sono state recapitate delle proposte generiche «bassine», tra i 15 e i 20 milioni. Per questo Baldini, che si sta occupando personalmente di gestire la situazione come già aveva fatto nella lunga trattativa per il rinnovo contrattuale, non ha aperto la trattativa. Ieri pomeriggio, dopo molte ore passate a Trigoria, è volato a Londra. Ma solo per faccende private.

 SFUMATURE – E’ tutto fermo, eppure si discute. Ma come, De Rossi non era incedibile? Per la Roma lo era e lo è ancora, nei limiti della decenza. Soltanto di fronte a una follia da sceicco capriccioso, come Sabatini ha chiarito, una cessione poteva essere valutata. Ma non è questo il caso, per il momento. Mancini non può esagerare, perché i padroni del City hanno deciso di non svenarsi più per calciatori maturi. Per De Rossi, che ha 29 anni, non si possono spendere i 40 milioni che la Roma potrebbe chiedere. Ecco perché da Trigoria garantiscono (pubblicamente e non) che non ci saranno sorprese: hanno saputo che il Manchester City non ha intenzione di trattare alle condizioni – più teoriche che realistiche – della Roma.

SCHEGGE – In conclusione, De Rossi è ancora a tutti gli effetti un calciatore della Roma. A cambiare lo scenario, escludendo una presa di posizione del giocatore, potrebbe essere soltanto un rilancio improvviso del City (il Psg ormai è fuori gioco) che raddoppiasse l’offerta cancellando ogni piano industriale. A quel punto la Roma, in un calcolo quinquennale, avrebbe in tasca circa 90 milioni da spendere: quelli incassati dalla cessione, una plusvalenza speciale per il bilancio considerando che De Rossi è una manifattura romanista, e quelli risparmiati sul contratto da qui al 2017. Parliamo del 75 per cento del fatturato annuale della Roma. Di fronte a un’offerta del genere, sarebbe davvero difficile resistere.
OTTIMISMO – Ma oggi, primo anniversario della Roma americana, il City è lontanissimo da certe cifre. E De Rossi può augurarsi, nel video promozionale che invita i tifosi allo stadio per l’amichevole contro l’Aris Salonicco, che «domani sia la prima di tante serate ricche di soddisfazioni». Un quasi capitano che ha quasi firmato per un’altra squadra non si esporrebbe così davanti alla gente che ama.
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