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IL ROMANISTA Potente e agile, è un predestinato

Mattia Destro

(A. F. Ferrari) Mattia Destro, centravanti della Nazionale Under 21. Ventun anni, un talento enorme, una carriera che sta per entrare nel vivo e che lo ha visto crescere, fin da piccolo, come un predestinato. Figlio di Flavio Destro (difensore, tra le altre, di Ascoli, Pescara e Empoli), nasce ad Ascoli Piceno il 20 marzo del 1991. Dopo aver militato nelle giovanili dell’Ascoli nel 2005 passa all’Inter dove in cinque anni vince due scudetti, conGiovanissimi e Allievi, e il Torneo di Viareggio 2008 con la Primavera di cui diventa un punto fermo chiudendo da capocannoniere la stagione 2009/2010 con 18 reti. Nel luglio del 2010 passa al Genoa dove il 12 settembre 2010, a 19 anni, debutta in Serie A nella gara Genoa-Chievo (1-3) realizzando dopo 6 minuti il suo primo gol tra i professionisti (un segno del destino?). Il 4 luglio del 2011 passa al Siena in prestito con diritto di riscatto della metà. Con i toscani realizza 13 gol in 32 presenze. Il 30 ottobre segna la sua prima doppietta in serie A nella vittoria per 4-1 del Siena contro il Chievo.

Doppietta che bisserà contro la Lazio (un altro segno del destino?) il 7 gennaio 2012, nel clamoroso 4-0 rifilato ai biancoazzurri. Per quanto riguarda la Nazionale ha vestito le maglie dell’Under 17 e dell’Under 19 con le quali ha partecipato ai rispettivi Europei di categoria. Dal 7 novembre del 2010 è nel giro dell’Under 21 anche se, grazie all’ultimo campionato con il Siena, è stato convocato per la prima volta in Nazionale da Cesare Prandelli in occasione della lista dei 32 giocatori pre-convocati per l’Europeo 2012. Dal punto di vista tecnico Mattia Destro è tra i più completi e sottovalutati attaccanti italiani della nuova generazione. Dotato di un ottimo fisico (alto un metro e 82 per 78 chili di peso), potente ed elastico, ben piazzato ma con una sorprendente agilità nello stretto. Il ruolo in cui rende di più è quello di punta centrale con vocazione al movimento (bravo ad allagarsi sulle fasce e favorire l’inserimento dei centrocampisti o nel creare lo spazio per il vero terminale offensivo della squadra). È dotato di ottima tecnica specie nel controllo in condizione precarie – ottimo il secondo controllo, meno il primo -, nella pulizia del calcio, nel saper tenere il controllo con la palla anche sotto pressione e nel riuscire spesso a trovare soluzioni davvero di grandissima classe: colpi ad effetto sia in fase di conclusione sia nel sapersi smarcare palla al piede e di concludere a rete. Il 4-3-3 è un modulo che gli si addice molto soprattutto se affiancato da due punte esterne molto brave nel fraseggio ed in zona gol. Ovviamente ha ancora qualche difetto da migliorare come per esempio i movimenti senza palla – Zeman, in questo, è una garanzia -, la tendenza a restare chiuso nella marcatura a zona avversaria e ad essere poco ficcante nelle percussioni centrali. D’altro canto però è dotato di un’ottima volontà di pressing e di ripiegamento in fase di non possesso.

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