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IL ROMANISTA “All’Olimpico 16 punti per il primo soccorso”

Stadio Olimpico

(D.Giannini) – Passato lo sgomento per la tragica morte di Piermario Morosini, tutti i tifosi hanno cominciato a chiedersi come funziona la sicurezza negli stadi italiani.Quelli della Roma, nello specifico, come funziona l’impianto sanitario dell’Olimpico. A spiegarlo nei dettagli è Carlo Feliziani, responsabile della biglietteria e delegato alla sicurezza della As Roma.

Cominciamo proprio dal terreno di gioco, dagli strumenti al servizio della salute degli atleti. Quali sono i mezzi a disposizione per le emergenze?
Ci sono 2 mezzi mobili all’interno del rettangolo di gioco. Sono quelli che possono vedere tutti, vale a dire le macchinette elettriche sulle quali ci sono un medico anestesista rianimatore, un medico di assistenza più due infermieri. Sono due perché può anche succedere che ci sia uno scontro tra due giocatori e che possano evere entrambi un problema. Quindi tu devi avere due mezzi. E poi c’è un’ambulanza che in pratica sta pronta per qualsiasi intervento e che è posizionata nel boccaporto della Curva Sud lato Monte Mario. Per boccaporto si intende la linea di comunicazione che collega il campo con la parte esterna dello stadio. Questa ambulanza è un’unità mobile di rianimazione dotata di defibrillatore è pronta per trasportare il giocatore in Ospedale.

A proposito di defibrillatore. In questi giorni se ne è parlato tanto. Quanti ce ne sono all’Olimpico?
Ogni unità mobile è dotata di defibrillatore.

Per fare chiarezza spiegamo l’esatta composizione della struttura sanitaria all’Olimpico. 
Noi allo stadio abbiamo in tutto 16 postazioni di primo soccorso. Di queste 16, 14 sono dedicate al pubblico e 2 agli atleti o a tutti coloro che per vari motivo hanno diritto a stare in campo. Le due per gli atleti sono le due macchinette elettriche… Delle 14 postazioni dedicate al pubblico, 10 sono dei “locali di primo soccorso” che sono all’interno dei vari settori. Poi ci sono le 4 torri dello stadio che al loro interno hanno altro personale. In ognuna di queste unità ci sono 3 persone: un infermiere professionale con defibrillatore e due soccorritori. Oltre ad una barella pieghevole e un kit di primo soccorso con defibrillatore. Nei già citati 10 locali di primo soccorso, invece, ci sono un medico e un paramedico. E ognuno di questi locali ha a disposizione un’ambulanza con l’autista che può partire in ogni momento. Delle 10 ambulanze, 6 sono delle vere e proprie unità mobili di rianimazione. Cioè già al loro interno c’è tutto quello che serve per rianimare. Sono ambulanze di primo livello, definite di livello “A”. Quattro di queste ambulanze sono invece di livello “B”, non sono centri di rianimazione mobile, ma sono comunque ambulanze dotate di defibrillatore.

Ricapitolando, quante persone sono addette ai servizi medici?
Per una partita media all’olimpico hai in totale dalle 70 alle 75 unità di servizio sanitario.

Verrebbe da dire che si può stare tranquilli… 
Qualsiasi cosa può succedere. Ma c’è una struttura che ci fa stare comunque abbastanza tranquilli.

Quella fin qui descritta è l’organizzazione dell’Olimpico. Ma ci sono dei requisiti minimi richiesti che devono rispettare tutte le società? 
I requisiti minimi sono sempre rispettati, ma possono essere incrementati in base alla struttura dello stadio. L’ambulanza deve essere collocata in un luogo che ti consente di poterla tenere ma anche a distanza tale da poter raggiungere un punto o un altro dello stadio in tempi rapidi. Noi all’Olimpico abbiamo spazi che ci consentono di utlizzare molte ambulanze e di poterle dislocare. Quella fin qui descritta è la composizione all’interno dello stadio, o meglio nella zona riservata e di massima sicurezza.

Se qualcuno si sente male nei pressi dello stadio, è probabile che l’ambulanza più vicina sia una di quelle che operano allo stadio. In questo caso si può muovere una di quelle o deve intervenire qualcuno da fuori? 
Il servizio, per come è strutturato ci permette di usare più di un mezzo. Se c’è un’emergenza particolare, non è che trascuriamo la persona in questione perché non è di nostra competenza. Se è nei pressi, interviene anche la nostra ambulanza. Dipende dal tipo di problema che si presenta e dalla situazione contingente esterna.

Poniamo un altro caso: uno spettatore sugli spalti ha un malore, un problema fisico di qualsiasi tipo e ha bisogno di assistenza medica e dell’ambulanza. E’ possibile trasportarlo dalle tribune in campo per accelerare i soccorsi? 
Dipende dalla gravità della situazione e dalla contingenza, se c’è da fare un intervento importante. I cancelli che danno sul campo sono cancelli di emergenza che devomo essere aperti su rischiesta del Gos (Gruppo Operativo Sicurezza) solo in casi di emergenza vera. A volte anche noi entriamo dal campo se c’è qualcuno che si sente male, se è più facile entrare da là.

Qualche giorno fa in Inghilterra hanno ricordato la tragedia di Hillsborough del 1989. Cose del genere non potrebbero più succedere? 
Noi non possiamo mai dire “non succederebbe”. Diciamo che si è attrezzati per risolvere le criticità. A volte però può esserci un insieme di concause che potrebbero provocare chissà cosa. La sicurezza che qualcosa non possa succedere non c’è in nessuna parte del mondo. L’esperienza ci dice che non è così. Quando ci sono situazioni di massima emergenza, quando si scatena il panico, devi ragionare nell’ottica di frazioni di secondo. Più valvole di sfogo hai, meglio è. Gli impianti di oggi, vedi l’Olimpico, hanno dei requisiti di sicurezza molto elevati. L’impianto sanitario che abbiamo noi secondo me è uno dei più all’avanguardia che c’è in Italia.

E i Vigili del Fuoco? Tanti anni fa all’Olimpico c’era un problema di passaggio dei loro mezzi. 
Il mezzo passa normalmente. Ci sono 2 mezzi nei boccaporti Sud e Nord. Sono autopompe pronte ad intervenire per spegnere eventuali focolai di incendio. Anche se i materiali che ci sono difficolmente prendono fuoco. E’ cemento e i seggiolini sono ignifughi. Anche quella dei Vigili del Fuoco è una struttura importante. Organizzare un evento è un’insieme di componenti in cui tutti devono lavorare all’unisono. “Security and safety”. Chi viene allo stadio deve sentirsi tranquillo. Anzi, “deve” essere tranquillo. La gente sa che, se si sente male, deve essere assistita, sa che c’è una struttura tranquilla. Criticità ce ne sono in continuazione. Grazie a Dio allo stadio sono più le cose che funzionano bene di quelle che non funzionano, altrimenti si avrebbero tanti problemi. Calcolate che ogni partita ci sono infartuati, persone che si rompono una gamba… Basta guardare i rapporti del servizio sanitario.

Avete dai dati? 
Ogni partita, ci sono di media almeno 10-15 interventi. L’Olimpico è abbastanza sereno da questo punto di vista. Ma c’è di tutto: dalla signora anziana che cade dalle scale e si rompe una gamba, a quello che si rompe un braccio. Oppure le persone colte da attacco di panico. Può capitare a tutti di sentirsi male: al poliziotto come allo steward. Poi dipende anche dalle condizioni climatiche: quando c’è stata la neve a Roma, contro l’Inter, ci sono stati principi di assideramento. D’estate, quando fa molto caldo, c’è chi viene preso da un colpo di calore. Ripeto, 10-15 interventi di media a partita. Dal momento in cui prendiamo possesso dello stadio, 4-5 ore prima della partita, a quando si svuota competamente, 1,5-2 ore dopo, hai otto ore di presenza costante di personale dentro lo stadio con il clou da mezzora prima mezzora dopo la parita. Di interventi ce ne sono tanti.

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