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GAZZETTA DELLO SPORT. La Roma decolla al ritmo di Lamela “Non ci fermeremo”

Erik Lamela

(A. Pugliese) – Puzzle, cumbia, film d’azione, tatuaggi. Pensateci, questo rosario di passioni che Erik Lamela sgrana con la naturalezza dei suoi 19 anni, fotografano bene l’impatto che il suo straordinario talento sta avendo su una Roma in rampa di lancio grazie ai 4 successi consecutivi. La doppietta con cui mercoledì ha traghettato la squadra ai quarti di Coppa Italia, in fondo, è solo l’ultima tappa di una santificazione cominciata il giorno dell’esordio, con lo straordinario gol-partita segnato a 8 minuti dal fischio d’inizio. Da quel momento Lamela ha sempre giocato e quasi sempre da titolare (solo col Milan è subentrato ma fu il migliore), riuscendo così a far quadrare il puzzle offensivo di Luis Enrique.
Tecnica; Fisico Sarà l’amore per la cumbia, ma in campo sembra davvero danzare. La sua però non è solo accademia, perché sta lievitando anche dal punto di vista fisico, tant’è che quando parte in velocità sembra davvero di assistere ad uno di quegli action movie che preferisce. Insomma, la Roma che cresce sembra aver tatuato addosso il nome di Lamela, che al momento invece su di sé ne ha «solo» 4, «ma quello a cui tengo di più è per mia nonna morta da poco tempo», ha racconta al mensile «La Roma». Cioè il tatuaggio sul polso che ha baciato dopo i gol alla Fiorentina.


Il no al Barça Insomma, Erik sembra davvero essere il passaporto per un futuro vincente. D’altronde, basti pensare alle squadre a cui ha detto di no per capirlo. «A 12 anni mi voleva il Barcellona — ha raccontato — ma ero troppo piccolo e quindi ho lasciato perdere. L’estate scorsa, poi, ho saputo che anche Inter, Milan e Napoli si sono interessate, però non ho avuto dubbi: a Roma sto bene e il gico di Luis Enrique è adatto per me. Possiamo arrivare in alto». Ora ci credono un po’ tutti. Anche capitan Totti che gli ha affittato la villa con piscina nel quartiere Axa dove anni fa abitava e dove fino a maggio risiedeva Menez.
Casa Totti ; Hobby «Avevo bisogno di una casa grande perché siamo in sei», ha spiegato l’argentino. Cioè papà e mamma (Josè e Miriam), i due fratelli Alex (il maggiore, che gli ha dato il soprannome Coco) e Brian (il minore, che sfida alla playstation) ed infine la fidanzata Sofia Herrero, a cui ha dedicato il gesto del cuore in stile Pato. A cambiarlo è stata la fede («sono più sereno») che forse lo ha reso meno frivolo. Un esempio? Ha venduto la sua supercar troppo vistosa al connazionale Moralezdell’Atalanta, ripiegando su una più sobria Mercedes. Al passo coi tempi, usa twitter senza dimenticare di fare il turista nelle città d’arte, anche se nel tempo libero (oltre a frequentare Gago e Heinze) si dedica ai puzzle (enormi quelli su San Pietro e Fontana di Trevi) e non ha reciso il legame col calcio a 5, grazie anche all’amicizia con Diego Giustozzi, ex Nazionale e allenatore delle giovanili del Canottieri Lazio (A-2). In definitiva, un quadro sereno, a cui adesso si sono aggiunti i risultati. «La Roma è cambiata un po’ grazie al gioco e un po’ alla fortuna. Non vogliamo fermarci adesso». Impressioni? Meglio prenderlo sul serio.

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