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GAZZETTA DELLO SPORT Keita, c’è da fidarsi. La Roma punta tutto sul suo ”barometro”

Keita in allenamento
Keita in allenamento

(M. Cecchini) – Il «barometro» segna buon tempo. D’altronde, a 34 anni, c’è da fidarsi, perché Seydou Keita ha masticato troppo calcio nella sua vita per sbagliare sensazioni. A definirlo in questo modo, tra l’altro, non è stato uno qualsiasi, ma Pep Guardiola. E il centrocampista maliano lo ha raccontato così. «Guardiola parlava bene di me perché ha sempre riconosciuto il mio lavoro per la squadra. Garcia è simile: anche a lui piace far giocare bene la squadra, avere il possesso palla e la gestione della partita. Hanno lo stesso credo: i risultati si centrano attraverso il gioco».

DALL’INIZIO – Con queste premesse, nessuna sorpresa che l’allenatore francese abbia assoluta fiducia nell’esperienza del suo giocatore, che tra due giorni – per l’assenza di De Rossi (squalificato) – giocherà la prima partita da titolare nella Roma. E non è detto che per il Cska Mosca sia una buona notizia, visto che la bacheca di Keita è ricca di 16 trofei (abbiamo escluso per rispetto la Coppa Intertoto), tra i quali spiccano una Coppa di Francia (Lens), 4 Supercoppe di Spagna (Barcellona e Siviglia), 3 campionati spagnoli (Barcellona), 2 Coppe di Spagna, 2 Supercoppe europee (Barcellona), 2 Mondiali per club (Barcellona) e, ovviamente, 2 Champions. Se non si fosse capito, nella squadra blaugrana che ha dominato il mondo lui c’era. E si faceva sentire.

OBIETTIVO SCUDETTO – E allora meglio credere a Keita quando – a dispetto delle ruggini evidenziate ad Empoli, dovute forse a un turnover fin troppo spinto – vede la Roma in piena corsa scudetto. «Una squadra che ha chiuso seconda in classifica è giusto che punti allo scudetto. Stiamo lavorando per questo, la società ha rinforzato la rosa. Siamo fiduciosi, ora sta a noi giocatori». Un’assunzione di responsabilità importante, che probabilmente prescinde dalle gerarchie che l’inizio stagione può aver disegnato per tutti. «Naturale che ora tifosi e stampa diano credito a chi ha fatto bene la scorsa stagione – ha spiegato –. Ma nel calcio il passato non conta. Conta invece stare bene e farsi trovare pronti quando serve. Poi le decisioni toccheranno a Garcia».

FORMULA 7 – L’allenatore francese intanto, sia pure a partita in corso, lo ha chiamato in causa in entrambi i match giocati in campionato e tra due giorni gli affiderà le chiavi del centrocampo. Una missione oltremodo delicata, se si pensa che – rispetto alla squadra titolare vista ad Empoli – Garcia potrebbe schierare ben 7 giocatori diversi, ovvero: Torosidis, Astori, Holebas, Keita, Iturbe, Gervinho e ovviamente capitan Totti. A proposito, avendo giocato a fianco di tante stelle, è interessante anche il giudizio che Keita ha espresso sul numero dieci giallorosso. «Il miglior complimento che si può fare a Francesco è ammirare la sua qualità di gioco a quasi 38 anni: se a quest’età ti esprimi ancora a un livello così alto, vuole dire che sei un grande professionista». A pensarci bene, pur con la dovuta differenza anagrafica, un giudizio del genere potrebbe essere quasi autoreferenziale.

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