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GAZZETTA DELLO SPORT Andreazzoli: “Roma occhio al Palermo. E non pensiamo al derby”

Andreazzoli

(M.Cecchini) C’è un fantasma che si aggira su Trigoria. Si chiama derby, e proprio per questo — alla vigilia della sfida contro il Palermo — ad Aurelio Andreazzoli tocca vestire i panni del «ghostbuster» con una missione di fondo: convincere tutti «che il match contro l’ultima in classifica vale come quello contro la capolista, perché quando si è disperati si moltiplicano le forze». La singolarità della situazione, tra l’altro, in viaggio è accentuata anche dalla presenza sullo stesso volo della Roma di Cangelosi, vice di Zeman. Un tuffo nel passato che si associa all’attenzione voluta da Andreazzoli. «Anche noi quando giocammo contro la Juve eravamo un po’ disperati. La classifica dice che siamo più forti, ma se non comprendiamo che affrontiamo una squadra solida dal punto di vista tecnico e che è motivata, possiamo avere problemi». Il tecnico non fa drammi per la sosta, ma sopporta meno i riferimenti alla Lazio, ad esempio nella gestione dei diffidati. «Questo credo che sia il difetto del nostro ambiente. Bisogna pensare a una gara dietro l’altra. Se cominciamo a fare ragionamenti così, vuol dire che questa idea non l’abbiamo precisa. Conferenza congiunta con Petkovic? Ne avrei molto piacere. È una persona che mi piace molto. Se può servire a stemperare gli animi ben venga. È importante, ma è pur sempre una partita». In attesa che si dia il via libera sia a una conferenza congiunta dei presidenti sia al recupero dell’Harlem Shake saltata 2 giorni fa. 

PERROTTA & DE ROSSI  Del rosario di domande, un paio coinvolgono direttamente due suoi pupilli. «De Rossi? Siamo sempre molto critici verso un giocatore che per me sta facendo bene. Ci ha abituato a prestazioni esaltanti ed è così che lo vorremmo rivedere, ma non si può schioccare le dita e far sì che questo accada. La condizione morale, fisica e tecnica si era abbassata e la sta recuperando. Rinnovare il contratto a Perrotta? All’interno di uno spogliatoio, quando tu riesci ad avere un’alta percentuale di professionalità e di storia, credo che disperderla non sia la soluzione migliore. Nel suo caso c’è anche un aspetto fisico perché è un giovane di 36 anni, e non si direbbe. Poi però non può decidere solo l’allenatore». Che oggi potrebbe rilanciarlo al posto del convalescente Pjanic.

CASO OSVALDO  Più delicato l’argomento Osvaldo. L’addio sembra scritto e addirittura la sua fidanzata, Jimena Baron, ha ventilato un ritorno in Argentina. Una cosa è certa: i dirigenti in questi giorni gli hanno parlato, trovandolo abbattuto, anche perché i tifosi pure sui social network lo hanno preso di mira. Andreazzoli, però, si schiera con lui.«Lo difendo perché lo merita. È fortissimo, anche se ci sono momenti in cui uno non riesce ad esprimersi. A Palermo, comunque, potrebbe anche giocare». Vero. D’altronde il finale sembra essere il manifesto programmatico della sua gestione. «Il risultato è sempre più importante degli interpreti e di chi deve decidere su di loro». Zeman e la sua utopia, ormai, sembrano davvero un ricordo.

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