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Inter-Roma 1-3, l’analisi: il direttore d’orchestra Spalletti incanta la “Scala” del calcio

(D.Luciani) – Tutti in piedi, passa la Roma. A San Siro, nella cosiddetta “Scala” del calcio, suona quella che in questo momento è la migliore orchestra d’Italia. La Roma di Spalletti batte per 1-3 l’Inter di Pioli, una delle squadre più in forma di questi primi mesi del 2017, marcando la differenza tra una squadra matura e una ancora in procinto di crescire. Lo fa con quelle che ormai sono diventate caratteristiche naturali per i suoi interpreti ma con la rara capacità di armonizzarle quasi alla perfezione. Una squadra sempre corta, in avanti e all’indietro, ordinata e concreta. Un gruppo capace di assoli straordinari e di solide espressioni d’insieme.

I due missili terra-aria di Radja Nainggolan accendono la notte milanese con due bagliori visibili sino a Roma. Undicesimo nel primo tempo, undicesimo della ripresa. Due dardi infuocati del migliore tra gli undici compagni pronti sempre a spendersi totalmente uno per l’altro. C’è tutto dentro: corsa, dribbling, forza, tiro, precisione. Anche un pizzico di scaltrezza.

Tra lo 0-1 e lo 0-2 l’Inter di Pioli cerca di esprimere le proprie qualità tra le confuse idee che il suo tecnico propone in serata. Con l’intento di avere la superiorità numerica in mezzo al campo, l’ex allenatore della Lazio confeziona un quadrato: Gagliardini-Kondogbia dietro, Joao Mario-Brozovic in avanti. Lo scopo è di far girare a vuoto De Rossi e Strootman. I centrocampisti giallorossi, aiutati splendidamente da Nainggolan, da Salah e dalle uscite alte di Rüdiger e Manolas, non soffrono minimamente la situazione. Anzi la ribaltano costantemente.

De Rossi cancella gli spazi liberi sulla trequarti difensiva mentre Strootman si occupa di aggredire ora Gagliardini, ora Kondogbia. Peres e Juan Jesus – schierato al posto dell’acciaccato Emerson Palmieri – operano con diligenza, con l’ex Torino più portato, per attitudine e caratteristiche, alla ricerca del ribaltamento di fronte. E’ proprio dal suo lato che l’Inter crea i pericoli migliori nel primo tempo, con Perisic pronto a rifornire Icardi. Come all’andata, Candreva viene completamente offuscato da Juan Jesus sulla fascia opposta.

Il duello tra Icardi e Fazio è bellissimo e, tutto sommato, finisce in parità. Un gol e altre tre occasioni costruite dal capitano interista, almeno altre quattro occasioni cancellategli dal leader difensivo giallorosso. Szczesny nel primo tempo quasi non si sporca neanche i guanti perché, sulla migliore opportunità, è Manolas ad immolarsi sulla girata di Joao Mario.

Chi sembra soffrire un po’ la serata è Edin Dzeko, marcato a turno dal ruvido Murillo e dal pitbull Medel. Con i suoi movimenti il gigante bosniaco tiene sempre in apprensione almeno due difensori, mentre Salah viene tampinato a uomo da D’Ambrosio. Scarseggiando i rifornimenti nell’area interista, Dzeko lavora molto più per la squadra rispetto alle ultime uscite, vedendosi parare da Handanovic, con ottimo guizzo, l’unica opportunità da gol.

La ricompensa arriva però nel finale, quando è bravo ad anticipare Medel in area vedendoselo poi rovinare addosso. Rigore netto e solita esecuzione glaciale di Perotti (7 su 7 quest’anno) entrato negli ultimi venti minuti per Salah. E’ il compimento di una Roma spietata nella ripresa che non ha tremato neanche dopo il gol di Icardi arrivato nell’unico momento di debolezza di Manolas e Rüdiger. Ha ripreso a giocare, trovando la rete che ha fatto svanire le velleità di assedio dell’Inter negli ultimi dieci minuti.

Una vittoria fondamentale per allungare a +5 sul Napoli, caduto in casa contro l’Atalanta, che proprio sabato prossimo arriverà all’Olimpico per tentare di riaprire il discorso secondo posto: sarà l’occasione per incrementare ancora di più le distanze ponendo una pietra importante sulla qualificazione diretta alla prossima Champions. Prima però c’è il derby di Coppa Italia da affrontare. Per un mercoledì sera tutto da vivere.

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