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IL TEMPO Il tiki-taka del Pep: “Renzi straordinario”

Pep Guardiola
Pep Guardiola

(E. Menghi) – Un fiume di complimenti alla Roma «salva» Italia e al suo capitano Francesco Totti, le cui prodezze immortali hanno sconfinato ben oltre il raccordo anulare. Guardiola s’inchina davanti al numero 10: «Se a 38 anni giochi con questa continuità, vuol dire che hai passione. È emozionante vederlo giocare. Col conto in banca che straborda e l’elezione a ottavo re di Roma, uno rimarrebbe a casa, ma lui no perché ama il calcio follemente. È perfetto per il gioco di Garcia e sono contento di ritrovarlo, io in panchina e lui sul campo, così come era quando stavo qui da giocatore (ride, ndc)». Nei sei mesi da romanista, in effetti, Pep aveva guardato tanto e giocato poco, chiuso da Emerson e Dacourt. Dodici anni dopo ritrova anche De Rossi: «È un secondo Totti, sono felice per la sua carriera». Fu Mazzone a suggerire a Guardiola la Roma dopo i due anni al Brescia: «Carlo mi ha colpito in tutti gli aspetti, ho imparato molto da lui. Capello voleva tante gambe, ma le mie non reggevano più, anche se la testa andava ancora veloce. Conservo un bellissimo ricordo di questa città e torno volentieri quando posso».

Gli piace l’Italia, la sua cultura molto simile a quella catalana, e gli piace ancora di più da quando il suo amico Matteo Renzi è diventato premier: «Con questo presidente del consiglio che avete adesso è un Paese straordinario». L’elogio politico che non t’aspetti alla vigilia di Roma-Bayern. La parentesi è presto chiusa e si torna a parlare di calcio: «Sarà una sfida difficile, sono convinto che il girone si deciderà all’ultima partita. Negli ultimi anni, Conte ha fatto incredibilmente bene con la Juventus con l’idea di impostare l’azione da dietro, ma pure la Roma lo fa. Dall’arrivo di Rudi e Pallotta è diventata una grande squadra ed è una gioia vederla giocare». L’ha vista dal vivo a Torino e gli era piaciuta, nonostante un match stravolto dagli errori arbitrali: «Come spettatore è bella da vedere, ma spero di non subirla troppo. Non giochiamo contro quattro scarsi. Ma noi siamo migliorati rispetto all’anno scorso. In Europa è sempre più dura, incoraggio qualsiasi squadra a venire in Germania e vincere». Alla faccia di chi sminuiva la Bundesliga.

Per Robben è la Serie A a lasciare un po’ a desiderare: «La Roma fa un calcio non normale per l’Italia, è offensivo ed è il migliore in assoluto. La Juve gioca diversamente, ma è forte e sicuramente passerà il girone in Champions». Mueller ha una storia simile a quella di Totti: «Sono sulla buona strada per diventare come lui. Francesco è una leggenda del calcio mondiale e noi vogliamo batterlo».

Robben e Mueller saranno titolari con Goetze alle spalle di Lewandowski, Xabi Alonso e Lahm dovrebbero fare da schermo davanti alla difesa. Sugli esterni Rafinha e Alaba (recupero lampo che sa di pre-tattica), Boateng e uno tra Dante e Benatia al centro. Domani l’udienza da Papa Bergoglio: «Un onore – dice Muller – ma siamo qui per la partita». Meglio pensare a un Francesco alla volta.

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