(M. Macedonio) – Per Garcia, prima ancora che si presenti ai microfoni di giornali e televisioni, sono già i numeri a parlare per il tecnico. E, ovviamente, per la squadra. Il miglior attacco e la miglior difesa della serie A, oltre alle 6 vittorie su 6 gare disputate. E ancora, dopo cinque primi tempi senza gol all’attivo, eccone uno in cui già al 25’ ne sono stati messi a segno tre. C’è da chiedersi, a proposito della prima frazione di gioco, se non si sia vista una squadra perfetta. «Non ne esistono – risponde il tecnico francese. –C’è sempre qualcosa da migliorare. Il merito, in questi casi, è dei giocatori, che hanno giocato con entusiasmo e con gioia e, quando possibile, esprimendosi con giocate di prima. Tanti talenti, che abbiamo visto all’opera anche stasera». Si torna sulla diversità di idee emersa tra l’allenatore giallorosso e il direttore sportivo Walter Sabatini circa gli obiettivi che la squadra può porsi in questa stagione. Ovvero, se l’ingresso in Champions o anche soltanto il quinto posto in funzione Europa League.«Non cambio opinione – ribadisce in maniera netta Garcia. – L’obiettivo è tornare in Europa e, magari, fare lo sprint finale con le altre che sono favorite, dal Napoli alla Juve. Superarle? Vedremo quando giocheremo contro di loro. Per ora, sono a due punti e due punti sono niente, adesso».
C’è un giocatore, Gervinho, che aveva destato qualche perplessità al suo arrivo, visto che lo scorso anno in Premier non aveva ripetuto le prestazioni offerte quando era in precedenza, con lo stesso Garcia, al Lille.«E’ un ragazzo che ha bisogno di fiducia. E dobbiamo capire che le occasioni da gol che ha non esistono se non è lui che gioca. Preferisco uno come lui, che gioca, anche se magari sbaglia. Quest’anno ha più esperienza, aiuta la squadra, si trova bene con tutti, dal capitano a Pjanic, da Strootman a Ljajic. Insomma, con tutti i suoi compagni. E anche per lui è più facile giocare con tutti questi talenti». Dallo studio di Sky gli arrivano altri complimenti per le grandi cose – sottolineano – che la squadra sta facendo. «Veniamo da una settimana con tre gare. E indubbiamente abbiamo fatto bene, perché è sempre difficile giocare tre partite in otto giorni. Fisicamente stiamo bene, ma sappiamo anche bene tutti come sia più facile recuperare quando si vince». Totti non ha giocato forse la sua migliore partita. Qual è, gli chiedono ancora, la posizione in cui lo “vede” preferibilmente sul campo? «Francesco è un grandissimo giocatore di palla. È uno che deve toccare molto la palla e venire incontro ai compagni. Abbiamo altri due attaccanti che si spingono in avanti, venendo dalle fasce come Florenzi e Gervinho».
Una squadra che si conferma composta da tanti giocatori dotati di grande classe e qualità tecnica, e altri che danno invece equilibrio, come ad esempio Florenzi. È possibile ipotizzare, in futuro, un trio d’attacco nei novanta minuti con Totti, Gervinho e Ljajic? «La cosa importante è che non abbiamo solo tre attaccanti. Adem oggi è entrato e ha fatto gol. Ma ci sono anche Borriello e Marquinho. E poi, tanti giovani, come Federico Ricci o Caprari». Insomma, un gruppo che può contare su più alternative, sia in attacco che negli altri reparti. C’è il tempo per fare cenno alle condizioni meteo, che – dicono – possono averlo favorito, se è vero che il tecnico ha più volte sostenuto di preferire un terreno di gioco bagnato.«La verità è che quello dell’Olimpico è un campo “giovane”, nuovo, e che risulta un po’ duro». E allora, è vero, gli ribadiscono: voleva l’acqua ed è arrivata la pioggia. Anche se solo nel secondo tempo, quando la squadra era comunque già in vantaggio di tre gol e non è stato certo l’acquazzone ad aver reso più facile il compito ai suoi ragazzi. Ai microfoni di Mediaset, torna anche la metafora sulla chiesa riportata al centro del villaggio. È il caso di parlare di cattedrale al centro della grane città? «Roma è una città meravigliosa e con i tifosi più grandi d’Italia. E oggi la Roma ha dato loro felicità».