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IL MESSAGGERO Un Destro da Ko. Il derby è servito

Destro

(U.Trani) La Roma passeggia a Milano sulle rovine dell’Inter, 3 a 2, e arriva all’ennesima finale di Coppa Italia della sua storia, la prima contro la Lazio. Il trofeo, vinto già nove volte dai giallorossi, si assegnerà con il terzo derby stagionale. Destro, con 2 gol, spinge i compagni nell’ultimo sforzo e si conferma il re di coppa, con 5 reti, sempre a segno nelle quattro gare di questa edizione. E Stramaccioni, con i giocatori contati, si inchina allo stapotere tecnico della squadra del suo cuore.

L’INIZIO SOTTO RITMO – Andreazzoli, rispetto alla gara di domenica a Torino, cambia sette giocatori su undici. Tornano dall’inizio Torosidis, Marquinhos e Marquinho in difesa, De Rossi e Florenzi a centrocampo, Totti e Destro in attacco. L’assetto rimane, però, il 4-3-3. Stramaccioni vorrebbe mettersi a specchio, ma non ha gli interpreti giusti.Tra l’altro perde anche Cambiasso durante il riscaldamento: l’argentino non va nemmeno in panchina e lascia il posto a Jonathan che diventerà, nel primo tempo, l’uomo della svolta. In piena emergenza, più di una squadra indisponibile, il tecnico romano e romanista disegna il 4-5-1, con Rocchi unica punta. Ma piazza Alvarez a mezza strada tra la fascia sinistra e la trequarti: l’argentino risulta subito efficace grazie al talento e alla velocità. E’ in quella zona che la Roma sbanda. Lì prenderà il gol, anche perché Marquinho chiude male. Il brasiliano, dopo due minuti, non arriva a chiudere sul cross di Florenzi e dà subito l’impressione di non essere in partita. In assoluto, però, a non convincere è l’atteggiamento con cui i giallorossi cominciano la gara. Lenti e prevedibili, anche statici: giocano, insomma, sotto ritmo. E l’Inter sgrammaticata prende coraggio. E trova il vantaggio a metà tempo. L’azione è bellissima, tutta di prima, ad un tocco. E ovviamente dal lato di Marquinho. Jonathan la inizia e la concude, scambiando con Alvarez e, prima di entrare in area, con Rocchi, bravo ad anticipare Marquinhos e a liberare di tacco al tiro il terzino che, evitando l’entrata di De Rossi, firma d’esterno destro l’1 a 0 al ventiduesimo. Schelotto, da sinistra, offre a Rocchi la chance per il raddoppio: l’ex laziale gira debolmente, da posizione ravvicinata, e Stekelenburg blocca.

DUE PARATONE DI HANDANOVIC –  La Roma si sveglia solo quando si ritrova sotto.Lamela è il più vivace, mentre Destro, per la prima volta titolare dopo l’intervento al menisco (l’ultima proprio contro l’Inter nella semifinale d’andata il 23 gennaio), cerca in partita di ritrovare la condizione. Va solo aspettato. Ha sul sinistro, spizzata di De Rossi e deviazione di Castan su corner di Totti, la palla per il pari al trentaquattresimo: Handanovic gli respinge la conclusione con il corpo. Ed è lui a mandare in porta, prima dell’intervallo, Florenzi, ma il portiere nerazzurro, con l’intervento più bello della serata, devia in angolo.

I GRAFFI DELL’EX – Balzaretti per Florenzi, colpito alla caviglia, con Marquinho giustamente spostato a centrocampo: la mossa di Andreazzoli è mirata e cambia la storia del match. Nella ripresa la Roma parte forte. Totti ci prova da fuori, di potenza: a lato. Lamela libera a destra Torosidis, ma Samuel fa muro. E’ la notte di Destro, il bomber di Coppa, ex nerazzurro. Su imbucata di Lamela pareggia al decimo, con scavetto sull’uscita di Handanovic, e raddoppia al ventiquattresimo a porta vuota su appoggio dalla sinistra di Balzaretti. Sono cinque le sue reti in Coppa Italia e nelle quattro gare stagionali ha sempre lasciato il segno. Andreazzoli lo sostituisce subito con Dodò: dalla panchina assiste al gran gol di Torosidis, 3 a 1, al ventinovesimo, pallonetto a Benassi e destro sul palo scoperto. Esce Lamela per Taddei, Stekelenburg regala, restando immobile, il secondo gol all’Inter: sinistro lento di Alvarez al trentacinquesimo. Stramaccioni finisce i giocatori: dentro i primavera Benassi, Forte e Belloni, ma fuori dalla coppa.

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