(Il Romanista) – Chiamarli fedelissimi è ingeneroso nei confronti degli altri, ma è tanto per capirci. Sono i giocatori su cui Zdenek, fin dal suo ritorno a Roma, ha sempre potuto contare a occhi chiusi.
In alcuni casi c’è anche chi, pur avendo avuto col Boemo qualche screzio, si è messo a sua disposizione senza riserve, come Pjanic. Andiamo per ordine. Il primo è Totti. Fin dalla prima volta che ha parlato, quest’anno, è stato chiaro. Sincero. Ha detto che si aspettava Montella, ma che era felice del ritorno di Zeman. E da Riscone in poi ha dato tutto se stesso al tecnico che più degli altri è stato importante nella sua carriera. In campo e fuori si è sempre battuto in prima linea per Zeman, che lo ha ripagato regalandogli un girone d’andata in cui è sempre partito meritatamente titolare e una forma, fisica e mentale, straordinaria.
Con il Capitano, Florenzi, che grazie al boemo fa il titolare in serie A ed è arrivato anche in Nazionale. Tachtisidis, la scommessa (insieme a Goicoechea) più grande di Zeman, che col Bologna ha dimostrato di avere più qualità di quelle messe in mostra finora.
E Bradley, il giocatore fin qui più zemaniano di tutti, il titolarissimo, insieme a Totti e Florenzi, di questa squadra, il calciatore che sembrava (per qualcuno) buono solo per il marketing e che invece si sta dimostrando buono per il campo e per lo spogliatoio.
Con loro pure Miralem Pjanic, probabilmente quello da prendere più ad esempio: lui di Zeman non era convinto, non giocava, la prendeva male, dopo il gol (inutile) al derby qualche parola di troppo al boemo e al suo vice l’ha detta. Ma poi ha capito l’errore, si è scusato, si è ripreso maglia da titolare e tanti complimenti. C’è chi dice che i consigli giusti siano stati quelli di Totti, e magari è anche così, ma il bosniaco è la dimostrazione che volere è potere.