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GAZZETTA DELLO SPORT Capitan Burdisso e quella fascia soltanto sognata

Nicolas Burdisso

(M. Calabresi) – Certo che la vita ne riserva di coincidenze: eventi che capitano talmente per caso da essere vissuti con incredulità, ma poi come i più belli. O come i più brutti. Prima volta con la fascia di capitano al braccio nel giorno delle 100 presenze in giallorosso: senza Totti e De Rossi, nella Roma bambina di scena sulle spiagge di Quartu — Is Arenas significa letteralmente «le sabbie» —, sarebbe toccato a Nicolas Burdisso indossarla.

Rinvio E invece, a distruggere ogni coincidenza, la folle presa di posizione di Cellino e la conseguente decisione nella notte, che priverà l’argentino di una soddisfazione che avrebbe meritato. Probabilmente, di occasioni ne ricapiteranno, ma Burdisso già pregustava di entrare con il gagliardetto in mano: lui, che a Quartu sarebbe stato il più anziano della Roma(Balzaretti, nato nel 1981 come lui, è di otto mesi più giovane), oltre che quello con la più lunga militanza in giallorosso. Niente di tutto questo: rinviato Burdisso capitano, rinviata Cagliari-Roma.

Precedenti Che i giallorossi non scendessero proprio in campo non succedeva da quasi cinque anni: ironia della sorte, fu proprio Roma-Cagliari a essere stoppata poche ore prima del fischio d’inizio, per la morte di Gabriele Sandri. Era l’11 novembre 2007 (quest’anno il derby si giocherà proprio in quella data): la notizia della tragedia di Badia al Pino ci mise un attimo a diffondersi, e a Roma si scatenò la guerriglia ultrà proprio nei pressi dello stadio. Gli altri tre rinvii negli ultimi 50 anni sono due per maltempo (Roma-Cesena del febbraio ’76 e Roma-Samp del dicembre ’90) e uno perché il Verona, nel 1978, rimase coinvolto in un incidente ferroviario che costò 44 morti e 150 feriti.

Analisi Zeman, in mattinata, era stato profetico: «Non è normale e non è bello giocare a porte chiuse, il calcio è fatto per la gente. Lega e Figc hanno accettato. Non mi piace e non piace ai giocatori, che non trovano giuste motivazioni». Non si giocherà a porte chiuse, ma il problema è che non si giocherà proprio, e per dimenticare lo sciagurato secondo tempo contro il Bologna bisognerà attendere ancora tre giorni. «Con il Bologna abbiamo pensato che fosse tutto troppo facile — aveva ammesso il boemo —. Cambi sbagliati? Ma se li ho fatti per motivare di più la squadra, avevo avvertito segnali di possibili pericoli. Ma il responsabile sono io e se non si vince c’è anche una mia compartecipazione. Io non sono mai soddisfatto, vorrei sempre più attenzione, ma in settimana non ho notato dei peggioramenti in tal senso. E poi sono dell’idea che si impara più dalle sconfitte che dalle vittorie».
Consolazione L’unica bella notizia, al netto della grottesca situazione venutasi a creare in Sardegna, è che, contro la Samp, l’emergenza potrebbe rientrare: rientrerà sicuramente Totti, forse pure Osvaldo. E, a voler forzare, anche De Rossi potrebbe stringere i denti. Ma sabato c’è la Juventus a Torino: che senso avrebbe rischiare?


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