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IL MESSAGGERO La promessa del club: Totti resta alla Roma

Totti
Totti

(S. Carina) Un annuncio… annunciato? No, una promessa. Anche se, a prima vista, sembrava un annuncio vero e proprio. «Francesco continuerà a giocare nella Roma e come sapete continuerà a far parte della nostra famiglia per lungo tempo in futuro». L’ennesima prova che il matrimonio tra Totti e la Roma è prossimo ad essere ufficializzato arriva dal dg Baldissoni che ieri, prima dell’amichevole con l’Al Ahli, ha tenuto a ribadire in due tempi come le incomprensioni che hanno caratterizzato il rinnovo siano ormai alle spalle. Ancora un anno da calciatore, quindi, e poi 6 anni da dirigente in ruolo operativo nell’area tecnica: Francesco si augura di poter diventare già la prossima settimana (sono attesi nuovi incontri) il futuro Dt della Roma. Il tutto verrà ufficializzato ai primi di giugno dal presidente James Pallotta, atteso a Roma in quei giorni. Un’altra stagione per abituarsi all’idea di non vederlo più in campo. Non da comparsa visto che il suo contributo continua a darlo. Lo scorso anno, insieme a Ljajic, è stato il miglior marcatore romanista in campionato. E nell’ultima stagione, non ritenerlo fondamentale nel raggiungimento del terzo posto con 4 gol nelle ultime gare, sarebbe quantomeno singolare. Come anomalo sarebbe cedere un centrocampista che ha segnato 10 reti come Pjanic: «La Juve? Ho ancora 2 anni di contratto. Se arriverà un’offerta al club, si vedrà», la risposta del bosniaco.

BOMBER CERCASI A proposito di gol: può sembrare un paradosso per una squadra che ha chiuso l’ultimo torneo con il miglior attacco (83 reti), eppure la sensazione che senza un uomo capace di garantire 20 gol si fatichi a vincere, si fa largo. Almeno analizzando i principali campionati europei. In Inghilterra la favola del Leicester ha il volto di Ranieri ma non si può dimenticare Vardy (24). Se la Liga e il Barcellona sembrano appartenere ad una galassia a parte (Suarez 40, Messi 26, Neymar 22) alla quale solo il Psg di Ibrahimovic sembra avvicinarsi (38), tornando sulla terra in Portogallo il Benfica vince con i 32 gol di Jonas. In Bundesliga, Lewandoski col Bayern ne segna ‘appena’ 30. In Turchia il Besiktas torna a vincere dopo 7 anni col redivivo Gomez (26). Il sorpasso in extremis del Psv all’Ajax porta il marchio di De Jong (26). Soltanto la serie A fa eccezione. Che poi è un’eccezione relativa perché Dybala si è fermato a quota 19. L’uomo da 20 gol, quindi, serve. Soprattutto alla Roma che può vantare un allenatore che riesce a produrre con il suo gioco una quantità di azioni offensive sopra la media. Proprio con Spalletti Totti nel 2006-07 segnò 26 reti. E il Capitano è l’ultimo calciatore che ha superato quota 20. Poi Totti per 4 anni (14-13-14-15), il biennio di Osvaldo (11-16), Destro (13), ancora Totti con Ljajic (8) e nell’ultima stagione Salah (14), nessuno ci è più riuscito.

EQUIVOCO DA EVITARE L’errore da non commettere è pensare di poter fare a meno di un attaccante da 20 gol perché tanto c’è Spalletti. La questione va invece capovolta: visto che il tecnico è bravo, andrebbe aiutato regalandogli un vero centravanti.

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